Bonus videosorveglianza: quali sono gli incentivi per installare le telecamere di sicurezza - Le Cronache
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Bonus videosorveglianza: quali sono gli incentivi per installare le telecamere di sicurezza

Bonus videosorveglianza: quali sono gli incentivi per installare le telecamere di sicurezza

La Legge di Bilancio 2022 ha prorogato gli incentivi fiscali destinati a chi vuole installare sistemi di sicurezza e videosorveglianza presso la propria abitazione, anche al di fuori di un più ampio intervento di ristrutturazione edilizia. In questo articolo vediamo di cosa si tratta e quali sono le modalità per accedere al bonus.

Per quali lavori richiedere il bonus

L’agevolazione fiscale applicabile all’installazione di sistemi tecnologici di sicurezza rientra nel regime agevolativo del cosiddetto “Bonus ristrutturazione”: come riportato dal sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, il bonus è applicabile agli interventi finalizzati alla “adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi”. L’Agenzia specifica come per “atti illeciti” bisogna intendere quelli penalmente rilevanti (“furto, aggressione, sequestro di persona e ogni altro reato la cui realizzazione comporti la lesione di diritti giuridicamente protetti”). L’agevolazione, però, è applicabile soltanto ad interventi realizzati su un immobile mentre, ad esempio, non rientra nel bonus un contratto di sorveglianza stipulato con un istituto di vigilanza. Di conseguenza, la disciplina agevolativa è applicabile all’installazione di telecamere di videosorveglianza, videocitofoni ed altri apparati che consentano di migliorare il livello di sicurezza dell’abitazione.

Sono detraibili anche spese ‘accessorie’ come, ad esempio, perizie, sopralluoghi, progettazione ed altri costi relativi a prestazioni connesse all’implementazione degli impianti di sicurezza e videosorveglianza.

Quali sono i soggetti beneficiari dell’agevolazione

Il bonus per l’installazione di sistemi di sicurezza può essere riconosciuto a qualsiasi soggetto che sia titolare di un diritto reale sull’immobile, ovvero:

  • il proprietario o il nudo proprietario;
  • il titolare di un altro diritto reale, quale usufrutto, uso, abitazione o diritto di superficie;
  • l’inquilino o il comodatario;
  • i soci di cooperative (divise o indivise) e società semplici;
  • gli imprenditori individuali, se l’immobile non rientra tra quelli strumentali.

In aggiunta, possono accedere all’agevolazione anche i familiari conviventi, il coniuge separato (a cui è stato assegnato l’immobile dall’altro coniuge) e il convivente more uxorio “non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016”, come spiega la sezione dedicata presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Come ricevere il bonus

Per usufruire della detrazione è sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile. La detrazione è pari al 50% dell’ammontare delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2022 e viene ripartita in dieci quote annuali del medesimo importo.

Ai fini dell’erogazione del bonus, è indispensabile che il soggetto richiedente sia in grado di dimostrare di aver sostenuto le spese per l’acquisto dei materiali e per la fornitura di eventuali servizi accessori o aggiuntivi. Ragion per cui, i pagamenti devono essere tracciabili; ne consegue che l’unica modalità di pagamento che consente di accedere all’agevolazione è il bonifico parlante, sia esso bancario o postale.

L’acquisto del materiale necessario a realizzare gli interventi, quali telecamere di sicurezza e non solo, può essere effettuato anche online, tramite e-commerce specializzati come Emmebistore. Ciò che conta, ai fini dell’agevolazione fiscale, è pagare utilizzando strumenti tracciabili in maniera tale da poter comprovare le spese sostenute. Dalla ricevuta di pagamento, infatti, è necessario che risultino le seguenti informazioni:

  • causale del pagamento, con dicitura che faccia riferimento alla normativa che regolamenta il bonus;
  • numero degli articoli acquistati;
  • data di emissione e importo della fattura;
  • codice fiscale del soggetto beneficiario del bonus;
  • codice fiscale (o numero di partita IVA) del soggetto destinatario del pagamento.

Com’è facile intuire, se i costi vengono coperti con strumenti di pagamento alternativi e non tracciabili (denaro contante, assegni bancari o altri), non è possibile accedere alla detrazione fiscale.