La strenna beneaugurale di Salerno Classica - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Musica

La strenna beneaugurale di Salerno Classica

La strenna beneaugurale di Salerno Classica

Gran concorso di pubblico in cattedrale per ascoltare l’Oratorio di Noel di Camille Saint Saens, proposto dall’Associazione Gestione Musica. Convincente sul podio il violoncellista Francesco D’Arcangelo alla testa del coro Estro Armonico e dell’Orchestra d’Archi dell’Ensemble Lirico Italiano

 

di Olga Chieffi

Tra le musiche che in questo periodo hanno punteggiato l’attesa del Natale, a volte debordanti, altre ingombranti, non richieste e spesso poco discrete – rivisitazioni swing di Sinatra, stelle del pop sotto l’albero, cori (pseudo) gospel attorno al panettone e improbabili tenorini, raffinata e rara la proposta offerta dall’Associazione Gestione Musica, che nell’ambito della sezione sacra della I edizione di Salerno Classica, ha dedicato una serata dal titolo “Oratorio de Noel”, svoltasi nella suggestiva cornice del Duomo cittadino. Abbiamo ritrovato il violoncellista Francesco D’Arcangelo, direttore artistico della rassegna, stavolta sul podio, alla testa dell’Orchestra d’Archi dell’Ensemble Lirico Italiano, l’esecuzione dell’ottavo dei concerti grossi corelliani, op.6, “Fatto per la notte di Natale”. Semplice, tersa, esclusivamente strumentale, una delle visioni più “laiche” della Natività musicale in ambito colto, perché pur nascendo da una chiara spinta devozionale non presenta elementi esplicitamente religiosi. Giusti i tempi dettati da Francesco D’Arcangelo, per sottolineare l’attacco energico e grave, lo sviluppo melodico e virtuosistico del florilegio strumentale affidato agli archi, e il finale che ricorda così intensamente l’atmosfera dei pastori che si raccolgono intorno alla grotta di Betlemme, ricercando quell’ insieme di “registri” e sonorità che hanno stregato l’uditorio per ricchezza e varietà dinamica. Tra i Concerti Grossi corelliani la pagina che più di tutte è pensata per l’ambito liturgico è proprio quella Pastorale ad libitum che ci ha trasmesso un senso di pace e di dolcezza dopo le inquietudini armoniche precedenti, che sono metaforicamente quelle dell’esistenza e della vita di tutti i giorni, dei disagi, delle euforie e delle amarezze, declinate a livello formale da una libertà nuova. Si è continuato con la musica strumentale con l’esecuzione dei Sospiri per orchestra d’archi, arpa e violoncello, Op. 70 di Edward Elgar, un’esecuzione in cui abbiamo toccato con mano l’attitudine del direttore porre l’accento su quelle originalità e identità della intensa pagina. Il passo luminoso, una solennità che è volata leggera senza arroccarsi al magistero sinfonico che pure la anima, la profondità dell’eloquio ottenuta attraverso un fraseggiare agile e placido, mai nervoso, ma netto e comunicativo, simbolo di una lettura luminosa, serena, morbida, squisitamente salda e forte. L’ evento clou della serata e dell’intero cartellone certamente è stata l’esecuzione dell’Oratorio de Noël Op.12 di Camille Saint-Saëns, affidato alle voci dei Solisti dell’Accademia dell’Accademia Lirica “U.Giordano” di Foggia, il soprano Hee Sun Choe, il mezzosoprano Maria Gabriella Cianci, il contralto Sophie Burns, il tenore Bartisz Jankowski e il baritono Fernando Napolitano, il coro Estro Armonico preparato da Silvana Noschese, che ha cantato con le sue voci e l’Orchestra d’Archi dell’Ensemble Lirico Italiano. D’Arcangelo si è cimentato quindi con questo oratorio, di non certo semplice approccio, il cui testo tratto dalla liturgia latina cattolica del Natale è articolato tra i solisti e il coro in modo descrittivo, come se i vari personaggi del Presepe si esprimessero in canto. Si è respirata una chiara intenzione di semplicità quasi francescana, unita ad un intenso lirismo ed a elaborate ed espressive soluzioni armoniche. Coro ed ensemble hanno dato vita ad un’interpretazione di grande compattezza formale, ben equilibrata nella gestione delle masse strumentali e vocali e nell’articolazione espressiva del melodismo. Certamente strumenti e coro hanno risuonato con maggior nitidezza, intonazione e consapevolezza della pagina, rispetto alle voci soliste, ma ugualmente ciò ci consente oggi, di apprezzare a pieno la grinta profusa nella concertazione di un segno musicale di sublime valore compositivo. Applausi scroscianti del pubblico e appuntamento all’edizione 2022, con tante altre gemme della letteratura musicale da riscoprire.