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Home Salerno

«Il vaccino poi l’allergia, tutto è cambiato»

Tommaso D'Angelo by Tommaso D'Angelo
20 Settembre 2017
in Salerno, sanità
Reading Time: 2 mins read
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«Mio figlio stava bene e parlava Poi il mutismo e il lungo calvario». Rita è convinta che quanto sta vivendo il figlio sia colpa dei vaccini
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Pina Ferro

Vaccini, decreto Lorenzin e mamme che affrontano le patologie dei propri figli. Continuano le azioni di protesta da parte dei comitati composti soprattutto da genitori che hanno figli con patologie, a loro dire derivanti dalla somministrazione di vaccini come ad esempio Laura B. «Mio figlio è diventato asmatico grave e anafilattico in seguito alla prima dose di vaccino esavalente che ha ricevuto a 3 mesi di vita. – Racconta Laura – Cos’è un anafilattico? E’ un bambino che se entra in contatto con una quantità anche microscopica del cibo a cui è gravemente allergico (nel nostro caso latte e maiale, in altri uova, arachidi, crostacei…) va in shock anafilattico. E’ un bambino che non potrà mai avere un’esistenza normale, andare a mangiare una pizza, un gelato, prendere un aereo, fare una gita scolastica. E’ un bambino che rischia la sua vita per aver addentato un boccone di cibo sbagliato. Basta una contaminazione – un bicchiere lavato male, una traccia di cibo residua – per condurlo in fin di vita. E’ un bambino che per sempre ingrasserà l’industria farmaceutica poiché vive in simbiosi con il suo autoiniettore di adrenalina che ogni pochi mesi va riacquistato e costa molto caro. L’adrenalina viene definita farmaco salvavita, ma i medici ammettono in modo concorde che lo shock anafilattico è la più grave evenienza medica d’urgenza e che il suo decorso non è in alcun modo e con alcun farmaco controllabile al 100%. Non esiste attualmente alcuna terapia accreditata. In 11 anni abbiamo già 26 accessi al pronto soccorso con codice dal giallo al rosso. Lo shock anafilattico ti porta via un figlio che hai cresciuto con amore in una manciata di minuti. La mia famiglia è stata devastata da questa situazione, niente è più stato uguale, ogni piccolo gesto è diventata una conquista e un’impresa, la speranza è morta a colpi di ricoveri». Un dramma quello che vive Laura e la sua famiglia. «Pensavamo di essere unici al mondo. Poi abbiamo iscritto nostro figlio alle elementari (con un iter spaventoso per poter tenere a scuola l’adrenalina) e in classe sua c’era una bambina anafilattica. Abbiamo scoperto pian piano di essere tantissimi. Pensavamo di essere degli errori della natura. Poi abbiamo iniziato a documentarci e abbiamo scoperto che la natura non c’entrava proprio nulla. Vi preghiamo di diffondere perchè è ora che la verità venga a galla non solo per patologie come l’autismo. E noi abbiamo il diritto e il dovere di chiederla a gran voce». (nell’immagine autoniettori di adrenalina in una scuola USA) L’EPIDEMIA DELL’ANAFILASSI AL CIBO Il numero dei bambini che sviluppano già dai primi anni di vita allergie gravi – fino all’anafilassi – verso le proteine del cibo è un dato speventoso. Negli USA si stima che il 13% dei bambini sotto i 12 anni sia gravemente allergico a qualche cibo o anafilattico. Prima del 1900 le reazioni anafilattiche al cibo erano una rarità assoluta nel panorama mondiale. Attualmente solo negli USA sono censiti quasi 1.500.000 bambini allergici alle arachidi (e moltissimi altri allergici ad altre proteine come uovo, latte…). Nei primi anni 90 decine di migliaia di bambini con gravi allergie alimentari sono arrivati in massa negli asili di nazioni come Canada, Regno Unito, Australia e USA. Questo fenomeno è accaduto in modo simultaneo in diversi paesi del mondo e si è intensificato in modo esponenziale attraverso gli anni tanto da destare allarme nel personale scolastico che prima non aveva mai assistito a nulla di simile.

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