di Lilla Bottiglieri
Cos’è un avverbio, Io sono l’Avverbio dice Vito Maggio. Inizia così tra amici un dialogo su Vito l’amico d’infanzia. Biagio Luongo amico di giochi, oggi Sindaco della città di Campagna nel parlarne con voce ferma lo definisce l’uomo che nella sua lunga esperienza politica, ha fatto prevalere sempre l’unità al posto della divisione. Per Bruno e Vito D’Agostino invece un uomo geniale ed unico, assillante, preciso, retto per Mario Velella. Per Gelsomino D’Ambrosio nativi dello stesso quartiere e amici fino alla sua scomparsa, Vito era un uomo palpabile e forte capace di rigenerarsi ad ogni caduta sempre con idee all’avanguardia. Una stella polare della mia gioventù, sognatore utopista visionario, dice Invece Nunzia Granito sua amica nonche’ medico. Per Peter e Barbla Fraefel parla il loro manifesto. Ha girato il mondo Vito, ha insegnato lingua tra Londra e Parigi, ha scritto libri vagando su vari argomenti. La sua grande sensibilità lo porta per un periodo in depressione e lui da Uomo Altruista e sempre dedito al sociale scrive libri sulla sua condizione per aiutare la comunità a riconoscerne i sintomi. Campagna magica oscura orrida invisibile agli occhi del visitatore ma amata talmente tanto da Vito da dedicargli i suoi migliori anni nello scriverne con dovizia di particolari la sua Storia. Lì oltre il Ponte, oggi 06 01 riuniti e affranti, diamo l’ultimo saluto all’amico, al cittadino, allo storico Vito Maggio.