di Marco De Martino
SALERNO. Qualcuno, lo scorso agosto, l’aveva sussurrato: “Immagina se quel Salernitana-Perugia alla penultima di campionato fosse determinante…”. Detto, fatto. Come una sceneggiatura tratta da un romanzo di Stephen King, la sfida tra i granata e gli umbri, in programma questo pomeriggio in un Arechi mai così pieno da tre anni a questa parte, è davvero da brividi. Da una parte c’è la Salernitana a caccia di una vittoria per materializzare il sorpasso a Pisa e Pontedera mancato clamorosamente due settimane fa dopo il tonfo di Prato, dall’altra c’è il Perugia che in caso di risultato pieno sarebbe praticamente promossa in serie B. Posta in palio alta quanto l’Everest, insomma. Una gara decisiva che ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni. Il record stagionale, stabilito nella prima giornata di questo altalenante campionato nella sfida che aveva fatto sognare tutti contro il Lecce, vacilla guarda caso proprio nell’ultima di campionato contro un’altra big, il Perugia. Millecinquecento barra duemila da una parte, dodicimila almeno dall’altra: una cornice da due categorie superiori accompagnerà i novanta minuti di Salernitana-Perugia. «I granata corrono e menano, ma ogni tanto s’addormentano»: su questa affermazione del tecnico umbro Camplone -che da volpone navigato ha provato ad incendiare ancora di più il match- ha lavorato alacremente Angelo Gregucci. L’allenatore granata ha preso in parola il collega, visto che schiererà un undici molto muscolare e compatto. Il modulo 4-2-3-1 non si tocca, gli interpreti sì. Fuori Foggia per infortunio e Mounard e Fofana per scelta tecnica, Mentre Gregucci lascerà inalterata la sua squadra dalla cintola in giù con i recuperi pesantissimi di Bianchi al centro della difesa e di Pestrin in cabina di regia, il tecnico rimpasterà i quattro al di là della trequarti. A destra sembra scontato l’utilizzo di Montervino, così come quello di Volpe nel ruolo di -per dirla alla Gregucci- sottopunta. A sinistra toccherà a Mancini. Nelle ultime ore di meditazione, era balenata in testa a Gregucci anche l’idea di schierare una squadra con due punte di ruolo, come accaduto nei minuti finali di Salernitana-Monza in Coppa Italia. Poi però, avendo a disposizione Mendicino e Ginestra, peraltro entrambi ancora non al meglio della condizione atletica, il trainer pare sia orientato ad optare per Mancini nel ruolo di esterno di sinistra, con Gustavo prima alternativa. Difficile infatti che possa essere rispolverato il peruviano Ampuero in una gara tanto delicata. Ultimo ma non meno importante dubbio della vigilia, l’assegnazione della casacca numero nove. Ginestra, che attende questa partita da tempo, scalpita avendo ritrovato il gol ed una forma accettabile. Mendicino, titolare indiscusso fino a qualche tempo fa, è a secco da oltre un mese ed è reduce da un acciacco muscolare che ne ha stravolto la settimana lavorativa. Il ballottaggio tra i due centravanti andrà avanti fino alla consegna delle distinte, ma alla fine potrebbe spuntarla almeno inizialmente il Cobra. In ogni caso appare più che probabile una staffetta tra i due a gara in corso. Dalla parte opposta, ha pochi dubbi Camplone che schiererà il miglior undici eccezion fatta per lo squalificato Filipe che a centrocampo sarà rimpiazzato da uno dei tanti ex Carcione. Molto più temuti Fabinho e Mazzeo che, con il capocannoniere Eusepi, formano un tridente da brividi. La Salernitana però non può proprio più permettersi di tremare.
Così all’Arechi inizio ore 15
SALERNITANA (4-2-3-1): Gori, Scalise, Tuia, Bianchi, Piva; Pestrin, Perpetuini; Montervino, Volpe, Mancini; Ginestra (Mendicino). A disp.: Iannarilli, Pasqualini, Sembroni, Capua, Ampuero, Gustavo, Mendicino (Ginestra). All.: Angelo Gregucci
PERUGIA (4-3-3): Koprivec; Comotto, Sini, Scognamiglio, Conti; Moscati, Carcione, Nicco; Fabinho, Eusepi, Mazzeo. A disp.: Stillo, Rossi, Franco, Sprocati, Sanseverino, Vitofrancesco, Henty. All.: Andrea Camplone.
Arbitro: Ros di Pordenone (Caliari/Di Salvo)