di Erika Noschese
Battipaglia, città della Piana del Sele, si trova oggi ad affrontare sfide significative, tra degrado sociale ed economico, emergenza sicurezza e una palese crisi amministrativa. In questa intervista, Fernando Zara, già sindaco della città, offre una prospettiva schietta e critica sulla situazione attuale. Dalle profonde modificazioni del tessuto sociale alla gestione della sicurezza, fino alle dinamiche politiche locali, Zara non risparmia analisi e proposte, delineando un quadro complesso e, a tratti, preoccupante. Le sue parole ci guidano attraverso le difficoltà di una città che, a suo dire, “da capofila della Piana del Sele è passata a fanalino di coda”, e che si prepara a un nuovo appuntamento elettorale con interrogativi cruciali sul proprio futuro.
Dottor Zara, partiamo da un quadro generale della sua città: in che condizioni versa oggi Battipaglia?
«Il tessuto sociale di Battipaglia si è profondamente modificato: dieci anni fa i residenti erano circa 51.000, con la presenza di circa 2.000 extracomunitari. Nel 2025 i residenti sono 49.800, di cui circa 9.000 extracomunitari. Diecimila italiani hanno abbandonato la città. Il degrado sociale ed economico è sotto gli occhi di tutti: basterebbe ricordare la semplice mancanza di un cinema-teatro a Battipaglia. La mancanza di riferimenti valoriali nell’azione amministrativa è un dato di fatto. Battipaglia, da capofila della Piana del Sele, è passata a fanalino di coda».
Emergenza sicurezza, diversi episodi di aggressione, furti. Dai cittadini una richiesta concreta di intervento. Cosa occorre fare, secondo lei?
«Sì, aggressioni, furti e risse continue fanno percepire a tutti che siamo in una vera emergenza sicurezza. Tanti ne parlano, ma non ho sentito una riflessione che possa ritenersi condivisibile. Non penso ci voglia molto a capire che il primo presidio di sicurezza in una città sia una polizia municipale ben organizzata. Come si può garantire la sicurezza quando il corpo dei vigili urbani di Battipaglia è numericamente di 30 vigili e la pianta organica ne prevede 86?».
Amministrazione Francese, quale la sua opinione?
«La mia opinione la sto esprimendo da anni: è la peggiore amministrazione che la città abbia avuto dall’anno della sua fondazione (1929)».
Si parla di crisi interna alla maggioranza. Secondo lei perché la sindaca oggi perde consenso?
«Di queste crisi interne, negli ultimi 10 anni ne abbiamo viste diverse. Oggi 4 consiglieri eletti nelle liste della Francese si collocano all’opposizione. Non entro nel merito delle loro decisioni, ma è certamente un dato politico. Mi sarei aspettato che l’opposizione presentasse una mozione di sfiducia al sindaco per poter discutere in consiglio comunale del percorso fallimentare dell’Amministrazione ed eventualmente decidere lo scioglimento del consiglio comunale e andare a nuove elezioni. La Francese perde consenso perché ormai il re è nudo e moltissimi la vedono per quello che realmente è».
La città di Battipaglia si appresta a tornare al voto. Sarebbe pronto a scendere in campo?
«Una bella domanda: da sempre ho ritenuto che la politica sia la più alta forma di carità, come insegna la dottrina sociale della Chiesa e, non ultimo, Leone XIV. Sono pronto a scendere in campo perché ritengo che per far uscire dalla palude in cui è sprofondata Battipaglia ci voglia esperienza, capacità e moderazione. Sono un politico e, dunque, pronto a mettermi a disposizione della mia comunità. Penso anche di essere l’unico che può affermare, senza possibilità di smentita, che è finito il tempo dell’“Io voglio fare il sindaco”, ed è giunto quello del “noi vogliamo fare il sindaco, e nel “Noi c’è la comunità nelle sue diverse articolazioni sociali».
Ambiente e verde pubblico, anche da questo punto di vista si parla di emergenza…
«Su questi temi siamo all’anno zero: mare inquinato, depurazione dei reflui urbani al 55%, città abbandonata a sé stessa nel campo della pulizia. Nessun progetto per la tutela ambientale della città. Poi lei con la domanda sul verde pubblico mi provoca: sono l’ultimo sindaco che nel 2000 ha collocato centinaia di alberi in città e realizzato il parco Ezio Maria Longo a Via Domodossola. Da allora Battipaglia ha dimenticato cosa sia il verde pubblico».
Regionali, secondo lei quali caratteristiche dovrebbe avere il futuro candidato alla presidenza della Regione Campania?
«Credo che una personalità civica, capace di aggregare anche fuori dall’area politica dei partiti di centrodestra, potrebbe far vincere la coalizione. Una proposta facile da enunciare ma difficile da concretizzare».
Piana del Sele, oggi viene poco valorizzata. Come imporre un cambio di passo?
«La Piana del Sele è un sistema organico che coinvolge i comuni di Pontecagnano, Bellizzi, Battipaglia, Eboli, Capaccio-Paestum. La sua valorizzazione come sistema o la si fa insieme o non la si fa. Un consorzio dei Comuni con queste finalità potrebbe essere utile allo scopo».
Qual è la sua idea di Battipaglia?
«Questa è una domanda complessa. Cercherò di essere sintetico: il futuro di Battipaglia è a mare. Lì dovrà essere realizzata la nuova Battipaglia, con la riqualificazione completa del litorale e un insediamento urbano economicamente produttivo di non meno di 5.000 abitanti. Per la Battipaglia che conosciamo, propongo una riqualificazione urbana spinta, un nuovo sistema della rete idrica e fognaria, depurazione, il parco del Castelluccio, il Consorzio Viviamo il Tusciano e il parco del litorale. Per la zona industriale, è necessario incrementare le industrie di trasformazione dei prodotti agricoli. Sono inoltre necessari interventi radicali nel campo sociale, socio-sanitario, nell’aggregazione comunitaria, nello sviluppo culturale e nella formazione delle giovani generazioni».





