di Andrea Pellegrino
I “compagni” non ci sono più. Lui, ex brigatista, condannato a dieci anni per l’omicidio Giacumbi, ha abbandonato completamente la politica. Dice: «Credevo realmente in quel progetto politico, poi dopo il carcere non mi sono occupato più di nulla». E’ senza lavoro ed è anche senza casa. Un paradosso, spiega: «Da noi sono partite le famose cooperative e tutto il resto». Ricorda, infatti, “lavorare tutti per lavorare meno”, «una cooperativa creata dopo il terremoto per assumere disoccupati in città». Lui non è riuscito mai ad entrarci, nonostante le lotte politiche. Pazienza, spiega: «Ecco perché ho lasciato tutto. Io ho fatto politica per passione. Volevo cambiare le cose. Non ci sono riuscito, ed ho lasciato tutto». Il marchio, però, è pesante, ma non rinnega niente. Anzi racconta il suo passato con vigore. E’ tra coloro che collaborò con la giustizia ma senza ottenere un grande sconto di pena nell’ambito del processo Giacumbi. Oggi, dice, «tutti i compagni mi hanno abbandonato, nonostante le nostre battaglie insieme. Oggi sono tutti politici ed hanno incarichi. Conoscete, tra tanti, Franco Mari? Faceva l’autonomo, era conosciuto come “il gobbo”. Ora fanno i politici e sono contenti».