“Non sono un ladro. Ho pagato dipendenti e fornitori… Ci sono le prove ed in tanti hanno detto falsità”. Angelo Villani si sfoga davanti ai giudici della Seconda sezione penale (presidente Siani, a latere Cantillo e Trivelli) nel corso del riesame del pubblico ministero e degli avvocati. Fissa alcuni punti cardini: “Se ero un ladro non acquistavo la mia unica casa intestandola a me medesimo (sarà messa all’asta il 14 ottobre), o presentavo fideiussioni personali”. Stizzito replica a chi l’ha accusato di aver pilotato il fallimento. “Sarebbe da folli. Se avessi programmato questo, avrei cercato di salvaguardare il patrimonio. Mia madre, ad ottandue anni, non sarebbe stata sfrattata dalla sua abitazione. Noi non pensavamo assolutamente che sarebbe andata in questo modo. Eravamo convinti che il nostro piano di finanziamento passasse e fosse utile a salvare l’azienda dal fallimento. Forse la mia unica colpa è stata quella di non essere stato sempre presente”. Villani ha elencato i molteplici incarichi che dal 2001 al 2009 ha ricoperto (ben venti dal presidente della Provincia e membro di una commissione turismo sia col governo Prodi che con quello Berlusconi) e che gli hanno impedito di lavorare a tempo pieno all’Alvi. Ha attaccato lo zio (Pecoraro ndr) riferendo di avergli fatto una “bastardata” con l’acquisizione di una quota dell’azienda a fronte di un prestito di 80mila euro. Ha accusato gli autisti dell’azienda per aver riferito in Procure false ricostruzione della sua attività alla sede di Fisciano. “Ho pagato tutti. I dipendenti dei supermercati fino alla fine ed hanno anche avuto l’opportunità di essere riassunti da coloro che si sono aggiudicati all’asta i punti vendita o li hanno rilevati. Stesso discorso per i fornitori. La mia famiglia ha costruito negli anni un piccolo gioiello, altro che novello Callisto Tanzi del sud come qualcuno mi ha definito. Sono orgoglioso di quello che ho fatto. Di quello che ha fatto la mia famiglia, creando un’impresa che ha dato posto di lavoro a 1200 persone. Molte delle quali sono ancora impiegate grazie all’attività da noi avviata”. Il pm Senatore ha fatto poi acquisire le dichiarazioni rese da sei indagati e chiuso la fase istruttoria. Ora sarà il turno dei testi della difesa.
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