Lunedì primo aprile, alle ore 17,00, nella Sala Bilotti dell’Archivio di Stato di Salerno (piazza abate Conforti), Giuseppe Acocella e Alfonso Gambardella presenteranno il libro di Aniello Tesauro Le vetrerie di Vietri tra Ottocento e Novecento, edito dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana.
Come evidenziato nella quarta di copertina, oramai l’attività produttiva trainante l’economia di Vietri sul mare è la ceramica; ma nel passato, accanto alla ceramica altri settori fecero di Vietri sul mare un “polo industriale” di non poco rilievo.
Tra questi un posto di rilievo merita la produzione del vetro. Dopo una iniziale e concentrata esperienza nella seconda metà del Seicento, fu ripresa nell’Ottocento assumendo il primato nella provincia di Salerno. Ciò grazie all’insediamento dell’opificio della famiglia Di Donato nella frazione Molina e soprattutto alla presenza nel Capoluogo di una media industria, con un percorso produttivo ben più lungo. Entrambe le fabbriche si avvalsero di imprenditori e di maestranze toscane.
La fabbrica di Vietri assunse la denominazione di Vetreria Ricciardi, dal patron Cesare Ricciardi, che ne acquisì la gestione dopo una breve esperienza di una cooperativa nazionale, fondata dallo stesso Ricciardi, personalità di spicco del sindacato vetraio e del partito socialista; movimento al quale buona parte delle maestranze toscane era legata; e che si inserì attivamente nella politica salernitana. Non a caso un capitolo del libro ha per titolo “Sulla vetreria sventola bandiera rossa”; un momento di storia politica e sindacale vietrese sicuramente evocativo per le generazioni meno giovani.
Nell’anteguerra Ricciardi (che poi nel 1952 diverrà Cavaliere del lavoro), assunse un ruolo significativo in campo nazionale tra gli industriali del vetro, dedicando, anche in un sistema di gruppo, particolare attenzione a Vietri, che ciò nonostante, in un mutato clima gestionale e di nuovi modelli tecnologici, spense i forni nel 1960.