di Orlando Santoro
I semplici vegetali iniziarono a germogliare, la “Pandette” del Silvatico un dizionario da studiare. Tante specie vedon gli occhi su terrazze sempreverdi, la dottrina degli umori originò nuovi eventi. Una scalea medioevale che ti porta fino in fondo, fra peschiere e fontane, scopri un nuovo mondo. Un paesaggio naturale, fra le colline ed il mare, seduto sul loggiato, con un tè da assaporare. Senti il profumo della natura di questa terra, nel profondo silenzio contempli il Giardino della Minerva. Nel periodo medioevale, nella zona del Plaium Montis, che si trova nella parte alta del centro storico della città di Salerno, venne istituito il Giardino della Minerva. Il “viridario”, era di proprietà della famiglia Silvatico, e nel 1300 il maestro e medico, della Scuola Medica Salernitana, Matteo Silvatico, decise di fondare il Giardino dei Semplici, che fu il primo dei vari orti botanici, che da lì a poco si sarebbero diffusi in tutta Europa. Nell’opera “Opus Pandectarum Medicinae” o semplicemente “Pandette”, Matteo Silvatico descrive tutti i semplici di origine vegetale e minerale, ovvero le sostanze che ricavate dalle piante, servivano per fini terapeutici, inoltre egli svolse una vera e propria attività didattica per mostrare agli allievi della Scuola Medica le piante con il loro nome e la loro caratteristica (ostensio simplicium). Le aiuole del primo livello di questo giardino, sono suddivise in quattro parti, ed ogni area prende il nome dei quattro elementi, terra, fuoco, acqua ed aria, che a loro volta, recano il nome della qualità degli elementi, ovvero secco, umido, caldo e freddo. Questa ripartizione ci riporta a quella che nel medioevo veniva definita “dottrina dei quattro umori”, basata a sua volta sulla “teoria degli elementi”, un concetto che trova il suo fondamento nella scienza di Pitagora di Samo. Secondo la scuola dei Pitagorici, gli umori del corpo, sangue, bile nera, bile gialla e flegma, corrispondono ai quattro elementi , aria, terra, fuoco ed acqua, e possiedono le stesse caratteristiche. Gli umori, e gli elementi, sono in rapporto diretto con le qualità primarie da loro possedute, ovvero, caldo, freddo, umido e secco. Il maestro e medico, Matteo Silvatico, è stata una figura storica di grande importanza, infatti, divenne uno dei medici personali del re di Napoli Roberto D’Angiò, inoltre lo stesso Giovanni Boccaccio, che frequentava la corte del re Roberto, gli dedicò la X novella della IV giornata, nel Decamerone. Il nome del Silvatico, viene citato, anche dal celebre storico,medico ed astrologo, Pietro D’Abano, ed anche nell’opera de “Iltaia Sacra” di Ferdinando Ughelli. Inoltre in un atto notarile del monastero di Santa Maria della Porta, redatto dal dottor Nicola Tumino, troviamo il nome di “Matthaeus Silvaticus”. Nel 1666 il giardino venne acquistato da Diego del Core e, dall’atto notarile, si apprende che lo spazio verde aveva già una fisionomia, simile a quella attuale. L’ultimo proprietario fu Giovanni Capasso, che nel secondo dopoguerra, decise di donare l’intera struttura all’Asilo di Mendicità. Nel 1991 l’amministrazione comunale decise di realizzare un progetto di restaurazione di quest’area, e solo nell’anno 2000 furono ultimati i lavori. Il Giardino della Minerva è ripartito in diversi livelli, che sono collegati fra loro da un’antica scalea medioevale, sottolineata da pilastri a pianta cuneiforme, che sorreggono una pergola di legno, e permette un’ampia e privilegiata vista del mare, del centro storico e delle colline. Un complesso sistema di distribuzione dell’acqua, composto da canalizzazioni, vasche e fontane, denota la presenza di fonti cospicue che hanno permesso, nei secoli, il mantenimento e la coltura degli appezzamenti. La prima terrazza è la più vasta e si presenta suddivisa in quattro porzioni, ed è organizzata secondo la rappresentazione medioevale della “dottrina dei quattro umori”, mentre per le altre aree, viene seguito un criterio paesaggistico. Le specie vegetali presenti sono circa trecento, e vanno dalle piante medicali ed aromatiche, a quelle ornamentali, e tutte sono segnalate attraverso cartellini identificativi. Fra i vari vegetali presenti, abbiamo la mandragora, che secondo gli antichi aveva poteri straordinari, oltre al rosmarino, la salvia, menta, e tante altre specie, che vengono preziosamente curate dal personale addetto alla manutenzione di quest’area naturale. Parte integrante di questo giardino è il Palazzo Capasso, antica residenza dei primi proprietari dell’orto, oggi è sede del Museo della Farmacia, che offre una ricca esposizione di materiali e libri d’epoca. Inoltre, al suo interno vi è anche una tisaneria, con prodotti locali biologici, ed uno splendido loggiato dove poter ammirare il golfo di Salerno e la divina costiera. Sempre su questa terrazza, troviamo una fontana monumentale, detta della conchiglia, divisa in tre sezioni, con due colonne avvolgenti lateralmente sulla vasca centrale, ed una peschiera a forma di conchiglia. Salendo verso i terrazzamenti superiori, troviamo anche una fontana a nicchia profonda, quella della rosa dei venti decorata con inserti di schiuma di mare e conchiglie, un locale che anticamente era adibito a lavanderia, e sull’ultimo livello abbiamo l’origine del sistema delle acque interno al giardino. Il percorso per visitare questo luogo si divide in cinque tappe : Compost, l’Erbario di Matteo Silvatico, le essenze di Trotula, il vivaio, il percorso sensoriale. Questo posto, nel 2015, è stato anche la location del film “Babbo Natale viene dal Nord” e nel 2019 “Attenti al Gorilla”, inoltre nel 2014 è stato emesso un francobollo, dedicato al giardino. I colori della natura, le specie botaniche, la storia della medicina medioevale, fanno di questo sito, uno dei migliori parchi d’Italia. Ogni anno migliaia di turisti vengono a visitare il Giardino della Minerva, una riserva naturale che non ha eguali, che merita di essere celebrata, per la sua straordinaria importanza.