Incassi in caduta libera. Il botteghino del teatro Verdi continua a piangere lacrime amare, con gli introiti che, anno dopo anno, calano drasticamente. Basti pensare che – nel corso del 2015 – sono stati solo 383.758,50 euro gli incassi da botteghino, calati rispetto a quelli del 2014 e ancor più rispetto a quelli del 2013, quando si sforarono anche i 500mila euro. Ad incidere negativamente sul dato sono soprattutto le vendite dei biglietti del teatro Verdi, la cui somma si ferma a soli 112.703 euro tra cartacei ed on-line mentre più sostanzioso – come ovvio che sia – il ricavato degli abbonamenti che si attesta oltre i 270mila euro. Molto meno, dunque, di quanto si sperasse e ci si aspettasse, anche alla luce del sostanzioso impegno economico da parte dell’amministrazione comunale. A “risollevare” la voce introiti ci sono i contributi che arrivano dagli enti: ai 440.222,14 della Regione Campania si aggiungono i 17mila euro della Cassa di risparmio salernitana e i 581.729 euro provenienti dal Ministero per i beni e le attività culturali per un computo complessivo di un milione e 422mila euro. Molto meno, insomma, rispetto a quanto la stagione lirico-concertistica del Massimo cittadino grava sulle casse del Comune di Salerno, ovvero 3 milioni e 349mila euro (3 milioni e 39mila euro per la realizzazione della programmazione lirica e 310.109 euro per l’attività concertistica). Uno scompenso che neanche la manna dei contributi extra riesce a colmare. Tra le spese di maggior rilievo, oltre a quelle strettamente relative ad ogni singola opera portata sul palcoscenico del teatro Verdi – oltre all’ormai noto compenso faraonico del direttore artistico Daniel Oren – ci sono le spese sostenute per “ideazione e coordinamento grafico-editoriale (39.034 euro), per la “stampa di programmi di sala, manifesti e pubblicità” (24.970 euro) e “pubblicità e sito web teatro Verdi” (15.860 euro). Tra le uscite più importanti e relative ai “pagamenti artistici diversi” quella per l’esibizione della “Daegu opera house” per un costo di 166.619 euro. Altri 51mila euro rientrano nella non meglio definita categoria “Varie”. Insomma, come ogni anno, anche il 2015 si è caratterizzato per le tante uscite e le poche, anzi pochissime entrate che inducono a porsi più di una domanda.
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