pi. fe.
Richiesta di rinvio a giudizio per Francesco Soglia. L’ex patron del Baia hotel rischia il processo con l’accusa di truffa, calunnia e false dichiarazioni al pubblico ministero. L’imprenditore il prossimo 15 giugno comparirà dinanzi al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Salerno Ubaldo Perrotta chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministeroVincenzo Senatore. La vicenda è quella della compravendita proprio del noto hotel a 5 stelle situato tra Salerno e Vietri Sul Mare e ceduto nel 2000 alla famiglia Marinelli di Avellino. Sono state proprio le dichiarazioni di Soglia a far aprire il fascicolo d’inchiesta chiuso dal sostituto procuratore Senatore con la richiesta di rinvio a giudizio di Francesco Soglia il quale è passato da accusatore a presunto colpevole. Ascoltato nell’ambito di un’altra inchiesta, quella sull’acquisto all’asta dell’hotel Raito, in cui è parte lesa, (l’imprenditore dice di aver vissuto nella vicenda del Baia quanto ha già denunciato per l’altro albergo). Sentito più volte da carabinieri e magistrato antimafia, Francesco Soglia ha confermato la circostanza, accusando Carmine e Giampiero Marinelli di essere i mandanti di un’intimidazione volta a far scendere il prezzo dell’hotel e indicando un altro costruttore, il nocerino Giovanni Citarella, come l’amico che prima avrebbe fatto da intermediario e poi avrebbe cercato di entrare in proprio nell’affare, assistendo inoltre alle minacce. I tanti riscontri cercati dagli inquirenti a supporto delle accuse, non sono mai arrivate. Alla fine il sostituto procuratore Vincenzo Senatore è giunto alla conclusione che la presunta estorsione probabilmente non vi è mai stata. Secondo Francesco Soglia, l’hotel doveva essere venduto a un prezzo di 26 milioni di euro. Pochi giorni dopo, però, il contratto è stato firmato per circa venti milioni. Un ribasso che per gli inquirenti è spiegabile con le difficoltà finanziarie dell’albergatore e che quest’ultimo ha collegato invece a presunte intimidazioni ricevute da alcuni emissari, che lo avrebbero raggiunto insieme a Citarella e condotto in una cava per minacciarlo. Accusa che non risponde al vero, si sono difesi ii Marinelli, che tramite l’avvocato Raffaele Tecce hanno sporto querela per calunnia e sono pronti adesso a costituirsi parte civile. Assistito dall’avvocato Marco Martello, l’imprenditore è anche accusato di truffa, aggravata dall’aver provocato un danno rilevante. Nel corso delle indagini gli inquirenti sono risaliti a 350mila euro che Soglia avrebbe incassato a nome dell’hotel Baia senza più averne titolo, quando ormai la gestione alberghiera era passata nelle mani della famiglia Marinelli. Interrogato dal magistrato, si sarebbe giustificato spiegando di aver trattenuto quella somma a parziale ristoro delle concessioni che aveva dovuto fare sul corrispettivo per l’hotel. Per gli inquirenti, invece, il prezzo di vendita non fu imposto e quei 350mila euro rimasti nelle casse di Soglia furono il frutto di un raggiro, con il quale riuscì a trarre in inganno Carmine Marinelli e di cui è adesso chiamato a rispondere.