Valeria Ciarambino: Provinciali 2024, «Pronta a sostenere persone e progetti che valgono tanto» - Le Cronache
Attualità

Valeria Ciarambino: Provinciali 2024, «Pronta a sostenere persone e progetti che valgono tanto»

Valeria Ciarambino: Provinciali 2024, «Pronta a sostenere persone e progetti che valgono tanto»

di Erika Noschese
Si dice pronta a sostenere «progetti e persone che intendono lavorare con serietà nell’interesse dei cittadini e del territorio» la vice presidente del consiglio regionale della Campania, oggi appartenente al gruppo misto Valeria Ciarambino che, in vista delle elezioni politiche del 2024 e le europee farà la sua parte.
Consigliera Ciarambino, lei di recente ha acceso nuovamente i riflettori sulle liste d’attesa. Qual è oggi lo stato di salute della sanità campana?
«Quello delle liste d’attesa è uno dei drammi più seri della sanità nazionale e campana, a cui il Covid, col blocco delle prestazioni, ha dato la mazzata finale. Proprio per questo deve essere una priorità da affrontare con determinazione. La sanità è da sempre un tema a me caro, su cui ho lavorato con numerose proposte, poi in gran parte attuate. Mi riferisco al Cup unico regionale, che consente ai pazienti di accedere su un’unica piattaforma all’intera offerta regionale di prestazioni e prenotare quella più imminente; l’attivazione di punti prelievo pubblici in ogni distretto sanitario della regione, per poter fare analisi pagando solo il ticket dal lunedì al sabato, invece di fare file estenuanti nei laboratori privati per evitare di incappare nell’esaurimento dei tetti di spesa. Purtroppo questa possibilità è ancora poco nota e per questo ho chiesto alla Giunta di predisporre una campagna d’informazione massiccia per portare a conoscenza l’utenza della Campania dei servizi offerti. L’efficientamento degli ambulatori pubblici, chiedendo di tenerli aperti anche nelle ore serali e nei giorni festivi. Purtroppo, a fronte di liste di attesa infinite per una visita specialistica nel pubblico, con disponibilità a distanza di mesi e mesi, spesso gli ambulatori nei distretti delle Asl sono invece vuoti o sottoutilizzati, perché magari quelle visite i pazienti hanno poi scelto di sostenerle nel privato a proprie spese, senza disdire la prenotazione. Serve predisporre un recall per liberare le agende da quelle prenotazioni non più valide accorciando le liste d’attesa, fino a richiedere il pagamento del ticket per le visite non più effettuate, se non è stata disdetta la prenotazione. A tutto ciò va aggiunto il fatto che i fondi stanziati per il recupero delle liste d’attesa sono rimasti per gran parte non spesi: nel periodo 2021-2022 sono rimasti nel cassetto ben 47 milioni su 73 milioni disponibili, un aspetto inaccettabile. E questo nonostante il presidente De Luca, anche recependo una mia proposta, abbia dato ai Dg come primo obiettivo da raggiungere proprio la riduzione delle liste d’attesa».
Passata la legge Ecomusei, in cosa consiste e quali sono i benefici per i territori?
«L’ecomuseo è un distretto culturale che nasce dal basso, frutto della volontà di una comunità di valorizzare, preservare e tramandare le caratteristiche di quel territorio e della sua gente; non solo dunque i beni culturali e artistici, ma anche il paesaggio e le tradizioni. Una nuova realtà culturale che consente da un lato di coinvolgere le comunità rendendole consapevoli del valore di cui sono portatrici; dall’altro di creare un’offerta turistica ulteriore e alternativa, lontana dal turismo di massa, che inserisce nuove località, in particolare quelle delle aree interne, nei circuiti turistici regionali, da cui normalmente sono escluse. L’obiettivo è far riscoprire al territorio la propria identità, rafforzare il legame della comunità col luogo di appartenenza, con la propria memoria storica, creare coesione e al contempo offrire ai territori opportunità di sviluppo. La Campania è una terra che vanta un numero incredibile di siti unici al mondo, molti dei quali hanno ottenuto in questi anni il riconoscimento Unesco. Finalmente con questa legge, che ho voluto fortemente, diamo un riconoscimento formale agli ecomusei già nati nella nostra regione e ne favoriamo la nascita di altri».
Lei ad un certo punto della sua attività politica ha deciso di lasciare il MoVimento 5 Stelle, si è mai pentita di questa scelta?
«Assolutamente no. La mia è stata una scelta maturata nel tempo perché non mi identificavo più in quel modo di fare politica, quella degli slogan, quella dove si butta fumo negli occhi ai cittadini, proponendo a problemi complessi soluzioni semplicistiche e impraticabili, solo per fare titoli sui giornali o sui social. Non credo più nel populismo e ne ho preso le distanze, è uno dei mali peggiori di questi tempi che ha prodotto un allontanamento crescente dei cittadini dalla politica. Dagli slogan alla risoluzione dei problemi ce ne passa. Inoltre il partito di Conte non assomiglia più a ciò in cui ho creduto, è diventato la promanazione di “un uomo solo al comando”, senza alcuna pluralità di pensiero».
Terzo mandato per il presidente De Luca, lei è favorevole o contraria?
«Il tema non mi appassiona e credo non appassioni neppure i cittadini, alle prese con problemi seri. Ad ogni modo credo che questa questione debba essere affrontata sul piano nazionale, come principio generale, altrimenti facciamo il regionalismo differenziato pure sul terzo mandato, visto che ci sono regioni come il Veneto e le Marche in cui è già realtà. Il punto è poter far scegliere o meno ai cittadini, e se si è amministrato bene sarà il voto democratico a decidere».
Il 2024 sarà l’anno delle elezioni tra amministrative, provinciali ed europee. Quale sarà il suo ruolo? Chi sosterrà?
«Oggi sono arrivata alla conclusione che le persone valgono più degli schieramenti. Per questo sosterrò progetti e persone che intendono lavorare con serietà nell’interesse dei cittadini e del territorio. E soprattutto che hanno a cuore il futuro del Sud, che rischia grosso col pericolo dell’autonomia differenziata. Non è più tempo di slogan e populismo, servono fatti e soluzioni. La gente è stanca delle “favole”, chiede concretezza e risolutezza».
Un bilancio di questa sua esperienza in Consiglio regionale?
«Un’esperienza straordinaria. Io amo le istituzioni e provo ad onorarle ogni giorno nel mio ruolo di consigliere regionale e vicepresidente del Consiglio. Per me è edificante rappresentare le decine di migliaia di persone che hanno riposto in me la loro fiducia, facendomi portavoce delle loro istanze nelle istituzioni regionali, cosa che cerco di fare sempre al meglio ogni giorno».
Era vicina a Luigi Di Maio tanto da aver aderito al suo movimento politico, ne fa ancora parte?
«Dopo la fine dell’esperienza di Impegno Civico ho scelto di entrare a far parte del Gruppo Misto, evitando quello che io chiamo “turismo partitico”, con passaggi in poche settimane da un partito all’altro solo per convenienza, senza una progettualità e senza un percorso condiviso. Ad oggi la mia collocazione è al servizio della mia gente, senza svendere la mia storia e la mia credibilità».
Prima della scadenza del mandato quali altri obiettivi vorrebbe ottenere? Ci sono proposte alle quali sta lavorando?
«Ci sono ancora tanti obiettivi ai quali sto lavorando e che spero di conseguire prima della fine della legislatura. Sto conducendo un’opposizione costruttiva, sostituendo il dialogo allo scontro fine a se stesso, e questo mi ha consentito di portare a casa molti risultati per i cittadini. Tra gli ultimi, oltre agli Ecomusei, sono orgogliosa della mia legge sul Turismo delle radici, già approvata dalla commissione competente e che presto approderà in Consiglio. Una legge importante soprattutto per le aree interne della regione: nel mondo ci sono 6 milioni di discendenti dei campani, che hanno mantenuto i legami con la terra d’origine. Questa legge strutturerà un’offerta turistica rivolta ai cosiddetti “turisti di ritorno” che intendono conoscere i luoghi delle loro radici. Sicuramente un’occasione importante che potrà creare occupazione e sviluppo. Inoltre, ho depositato una legge sul sostegno alle famiglie: siamo in piena denatalità e questo è un problema su cui bisogna intervenire immediatamente, per arginare lo spopolamento di intere aree e l’invecchiamento della popolazione. E poi la sanità: ho già ottenuto l’approvazione dei day service chemioterapici, che consentono ai pazienti in chemioterapia di effettuare le analisi direttamente nelle strutture oncologiche che li hanno in carico, senza dover andare in giro per le strutture private e spendere soldi quando si sono esauriti i tetti di spesa. Ora mi attiverò per istituire i day service oncologici: ciò consentirà di effettuare l’intero follow up diagnostico per i malati di tumore all’interno della struttura sanitaria dove sono in carico, senza doversi barcamenare tra prenotazioni e lunghe liste d’attesa».
Si vociferava di un suo ingresso nella maggioranza deluchiana, sosterebbe mai l’attuale presidente?
«Da tempo si rincorrono tante voci, che non ho mai neppure perso tempo a smentire. Non mi interessano poltrone o ruoli, mi interessa contribuire alla risoluzione dei tanti problemi che affliggono i cittadini. A loro non interessa sei fai il vicepresidente del Consiglio regionale, l’assessore o il consigliere semplice. Interessa esclusivamente che tu sia in grado di dare risposte alle loro difficoltà, che la politica sia al loro servizio: l’unica cosa da fare è rimboccarsi le maniche e lavorare per migliorare la qualità della vita nella nostra regione».