di Pina Ferro
Riuscivano a guadagnare fino a 4000 euro al mese, si vantavano di assicurarsi un reddito “da politico” e non lesinavano di trascorrere periodi di vacanze alle Maldive insieme ai familiari. Vacanze e “stipendi” di tale portata erano a discapito delle famiglie prese di mira e derubate di tutto. A mettere la parola fine sono stati i carabinieri che hanno assicurato alla giustizia tre dei quattro componenti la gang dei furti nelle abitazioni. In manette sono finiti Ciro Romano 52 anni, il figlio Giuseppe 30 anni e Ciro Guillari 52 anni tutti residenti nel quartiere Traiano di Napoli. Un quarto soggetto è in fase di identificazione. L’arresto è stato effettuato su ordine di custodia emessa dal Gip del Tribunale di Salerno Pietro Indinnimeo. I tre sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di furti in appartamento, furti e tentati furti posti in atto in Campania con particolar riguardo nelle province di Salerno, Napoli ed Avellino. I colpi, nella maggior parte dei casi, venivano posti in atto durante il periodo estivo. L’indagine è stata seguita dalla Procura di Salerno per competenza territoriale in quanto il primo furto accertato è stato posto a segno a Salerno in via Irno nel luglio dello scorso anno. In tutto sono dieci i furti accertati dai carabinie 5 a Salerno, 2 ad Avellino, 1 a Volla ed 1 a Napoli. Non è da escludere che a questi possano aggiungersene altri.
Le zone prese di mira a Salerno erano via Irno, via Trento (dove a settembre scorso furono arrestati in due sopresi mentre forzavano un’abitazione), Mercatello, zona industriale e la litoranea.
La gang prima sceglieva le abitazioni che sapevano essere disabitate per qualche giorno. Poi posizionavano un foglietto di carta davanti alla porta d’ingresso e ritornavano il giorno dopo: se quel pezzetto di carta era ancora lì, era il lasciapassare per la banda per indicare che i proprietari non c’erano. “Un gruppo di quattro persone che avevano un programma delinquenziale indeterminato e consumava una pluralità di reati contro il patrimonio con modalità sempre uguali – scrive il gip di Salerno Pietro Indinnimeo nell’ordinanza – sopralluoghi per verificare presenza di proprietari o vicini di casa, apposizione di complici all’esterno con il ruolo di palo che avvertivano dell’arrivo di forze dell’ordine”. Quando erano sicuri di poter entrare in azione davano il via alle procedure per scassinare le serrature delle porte e nessun modello aveva segreti. L’unica cosa che metteva ansia alla banda erano le telecamere di sicurezza. In un’occasione, uno di loro entrò in un’abitazione in provincia di Avellino, ma si accorse di essere inquadrato da una telecamere notturna. La scena viene immortalata sequenza dopo sequenza nelle immagini acquisite dai carabinieri. Il ladro quando si accorge di essere stato ripreso, tenta di smontare l’impianto di registrazione e non ci riesce. Di fondamentale importanza per le indagini sono state le intercettazioni telefoniche perchè i ladri si tengono in contatto l’uno con l’altro durante il colpo proprio con i telefoni cellulari captati dalla forze dell’ordine. “Cerca qualcosa di buono”, dice Ciro Romano il 6 luglio 2016 a proposito di un furto un’appartamento a Salerno. “Ci stanno, ci stanno, come non ci stanno, ad una parte che tengo è grossa”, la risposta del suo interlocutore. Quella mattina furono portati via tre orologi, due paia di occhiali, una borsa Louis Vuitton, 380 euro e diversi anelli e bracciali in oro e argento. In un altra casa, il gip sostiene che le intercettazioni sono di una “chiarezza disarmante” in quanto ad un certo punto si sente finanche l’allarme dell’appartamento suonare. Solo dopo la disattivazione arriva la frase: “iniziamo ad entrare dentro con la tenaglia”. I carabinieri hanno poi accertato un altro modus operandi della banda: mentre il complice sale le scale che portano all’abitazione, un altro bussa al citofono per essere certi dell’assenza dei proprietari. In un altro caso, in un furto perpetrato al Vomero il 29 luglio 2016, qualcosa va storto: “Ci sono persone per le scale”. La risposta e’ rapida: “Appena se ne vanno questi qua andiamo a vedere un’altra via, e mi fai uno squillo, va bene?”.
Insomma la banda di ladri era ben organizzata, agiva con destrezza e non lesinava di portar via dagli armadi anche vestiti griffati. Sono in corso le ricerche per identificare il quarto componente la. Dalle prime indagini pare che il gruppo non avesse nessuna talpa in città, arrivava qualche giorno prima e percorrendo le strade a bassa velocità individuava gli immobili da prendere di mira poi ci si organizzava per il colpo.