Le mani dei clan anche sulla gestione dei servizi dell’Università degli Studi di Salerno? Un esposto è stato presentato alla Procura della Repubblica di Salerno e riguarda il bando con il quale è stata affidata la gestione dei servizi bar e distributori automatici. Nello specifico è stata cerchiata in rosso l’assegnazione, per il lotto 3, all’Ivis Italia Spa già coinvolta nello scandalo dell’ospedale di Caserta. Le altre società che hanno preso parte al bando chiedono di far luce sulle modalità attraverso le quali è avvenuta l’assegnazione e temono possibili infiltrazione di matrice camorristica. “Riteniamo doveroso sottolineare che la gestione dei sevizi bar, distributori automatici da tempo gestiti da società che hanno garanti all’Università il rispetto delle leggi, regolarità nei pagamenti, garanzia lavorativa e contributivam rispetto ad epoche precedente dove la frantumazione dei servizi aveva portato, probabilmente per logiche clientelari, lavoro nero, mancati pagamenti e convivenze poco chiare con fatto esterni ed interni. Convinti che il passato fosse stato superato, abbiamo purtroppo dovuto constatare che, non si sa per quale strategico motivo, è stata indetta dalla Fondazione Universitaria una manifestazione di interesse finalizzata di nuovo alla frantumazione degli stessi servizi. Guarda caso si sono rivisti gli stessi personaggi e aziende circolare nei plessi universitari che in passato hanno avuto convivenze poco chiare con sindacati e loro funzionari e altri personaggi chiacchierati”. Fin qui la dura reprimenda dei firmatari dell’esposto che sarà oggetto di approfondimento dei magistrati inquirenti della Procura di Salerno. Nello specifico viene richiamata l’attenzione sull’assegnazione del lotto 3 (distributori automatici di alimenti dolci/salati e bevande calde/fredde) all’Ivis già coinvolta in altre vicende giudiziarie. Nello specifico si fa richiamo alla vicenda che ha interessato l’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Nel blitz “Croce Nera” finirono coinvolti diversi esponenti della società di terra di lavoro. Dal consulente Roberto Franchini al dipendente Rocco Ranfrone. Le accuse andavano dall’associazione mafiosa alla turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Secondo il quadro accusatorio era il clan Zagaria ad indirizzare l’assegnazione dei bandi e gli appalti. Nell’inchiesta compare anche il nome di Nicola Cosentino. L’Ivs Italia occupa più di duemila dipendenti ed in due anni ha portato il proprio fattura dai 269 milioni del 2010 ai 297milioni del 2012. Uno dei clienti Ivs Italia è l’Arma dei carabinieri. La società è collegata da un filo molto forte a Vito Gamberale, notissimo manager vicino a gruppi importanti. Dopo l’inchiesta di Caserta i riflettori tornano ad accendersi sull’Ivis Italia Spa.
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