Unisa. Caccia alla talpa - Le Cronache Ultimora
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Unisa. Caccia alla talpa

Unisa. Caccia alla talpa

Antonio Manzo

L’ «effetto talpa» si diffonde come un virus, ma per fortuna non miete vittime. Passa da Roma dall’ufficio del Garante Privacy, al consiglio di amministrazione della Fondazione dell’Università di Salerno. C’è, appena venerdì scorso, la prima convocazione del cda con un nutrito ordine del giorno che elenca determinazioni da assumere per le gare di appalto di ben 6 milioni di euro per servizi all’ateneo: dalle pulizie degli ambienti, alle gestione della mensa e di ben sei bar presenti nell’ateneo. Viene reso noto l’ordine del giorno e il presidente del cda Paola Adinolfi, appena dimissionaria dal consiglio di amministrazione dell’ateneo per effetto della nuova nomina, esplode e trattiene a malapena la sua rabbia per la pubblicazione dell’ordine del giorno. Protesta. L’”effetto talpa” che governa il Garante della Privacy lo implementa a Salerno, assecondando la logica del diritto comparato meglio se privato. Possiamo, quindi, riderci su. All’università di Salerno, manca un ufficio stampa che insieme ad un sito che pubblichi la trasparenza degli atti, si fa fatica ad esercitare un diritto alla conoscenza per atti che non sono privati ma che riguardano, prima di tutto l’utenza degli studenti, e poi l’amministrazione di spesa di ingente danaro pubblico. Sembra che dopo l’esplosione delle inchieste sulla università meridionale dell’amichettismo, ovunque ci sia un segreto da custodire e c’è sempre una talpa pronta a scavare la sua tana. Così Paola Adinolfi, si è vista costretta a trasformarsi in una faina cacciando, nell’oscuro bosco, quelle bestie che si infiltrebbero nelle chat private e negli affari dell’università che ritiene fermi ai cosidetti “virtuosi” rettorati di Aurelio Tommasetti e di Raimondo Pasquino, recentemente grandi eletttori del nuovo rettore. Tentando di cancellare l’onesto ma anche produttivo lavoro di Vincenzo Loia con storici traguardi raggiunti dopo il Pannar e portando a casa il progetto della Quantum Valley finanziato per 100 milioni dalla Regione Campania. Un merito storico indubbio. La faina, si sa, ama i piccoli gruppi familiari e così, nella caccia alle infami talpe, la nostra dell’ateneo è affiancata da due inossidabili volpi: Armando Lamberti e Marco Galdi, suoi colleghi e membri del consiglio di amministrazione, docenti allevati alla trasparenza metelliana. Come quella appena scoperta con la nomina del docente di diritto al lavoro, in pensione, Lorenzo Ioele al quale è stato affidato l’incarico di redigere un parere legale sulla pretesa di voler icenziare l’attuale direttore generale, già nota e riconosciuta per metodi di competenza, per nominare uno nuovo di maggiore affinità consortile. I revisori dei conti dela Fondazione, in primis il commercialista Roberto Vicinanza, hanno occhi e orecchie dappertutto…o quasi. Nel bosco giganteggiano Lamberti, Galdi e lo stesso Ricciardi, fedeli con i toni da pubblici ministeri e ma tutt’altro che accondiscendenti e, forse, un po’ stufi dell’andazzo generale di rigore che arriva dal passato. La presidente Adinolfi, economista di rango, non ha esitato a dare il via libera all’inchiesta del cda contro quei serpenti che strisciano sputando veleno. A volere la pelliccia della talpa c’è così tutto il cda. Appena qualche mese dopo la nomina del rettore D’Antonio la presidente Adinolfi dopo il meritato arrivo alla Fondazione si ritrova, suo malgrado, nella foresta di Fangorn sia pure accompagnata dal parere di giuristi che dovrebbero stanare la “talpa”. Con l’ l’impegno preminente che, invece di occuparsi a tempo pieno dei problemi degli appalti per 6 milioni di euro che dovrà gestire, è costretta a indossare i panni della faina e cacciare talpe che scavano profonde gallerie, rendendo instabile il terreno su cui vorrebbe costruire il «nuovo Ateneo». Dove ora scoppia la polemica sulla scelta del nuovo direttore generale Lorenzo Basile. Scrivono dipendenti dell’ateneo , nella mail La Voce del Campus, al Rettore, alla governance e al personale tecnico amministrativo che avrebbero gradito una scelta esterna: “Sappiamo che sono pervenute complessivamente 54 candidature, 24 delle quali sono state poi ulteriormente scremate ed ammesse alla rosa ristretta dalla quale, a valle della proposta del Rettore, il Senato Accademico ha selezionato i seguenti nominativi: Ing. Gianluca Basile; Dott. Attilio Riggio;Dott. Marco Cinquegrani – Direttore Generale Università Suor Orsola Benincasa Napoli, Dott. Giuseppe Colpani – ex Direttore Generale CNR, Università di Bologna e Università di Roma Tor Vergata Dott.ssa Cinzia Santarelli – Direttore Generale INVALSI, Dott.ssa Alessia Ricciardi – Dirigente Università Napoli Parthenope. Desideriamo precisare che la richiesta di pubblicare la rosa completa delle candidature pervenute non intende in alcun modo mettere in discussione il lavoro svolto dalla Commissione, né le valutazioni del Rettore, né le deliberazioni del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione. Al contrario, essa si colloca esclusivamente in un’ottica di trasparenza e di legittima apertura verso l’intera comunità accademica, affinché processi così rilevanti per la governance dell’Ateneo possano essere pienamente comprensibili e condivisi da tutti”.