
Olga Chieffi
Quando giunse la notizia, ed era il 24 febbraio del 2022, che a Valery Gergiev il sindaco di Milano Giuseppe Sala, aveva intimato di dissociarsi dall’attacco di Putin all’Ucraina, dopo la prima della Pikovaya dama di Pëtr Il’ič Čajkovskij, così come anche altri paesi – Stati Uniti, Germania, Austria, Inghilterra, Olanda – ostracizzarono sia lui che altri artisti russi come la Netrebko, che poi ha avuto vita facilissima in Italia, senza alcuna abiura, e anche la cultura di quel grandissimo paese, ricordiamo il proclama con cui l’Università di Milano Bicocca, nel “rimandare” le lezioni dello scrittore Paolo Nori su Dostoevskij, con cui intese “evitare ogni forma di polemica in un momento di forte tensione”, una vergogna nazionale, scrivemmo che la guerra, deprecabile in ogni senso, visto che sappiamo bene dell’esistenza di una soluzione finale, oramai da ottanta anni, sarebbe finita quando Valery Gergiev lo “Czar”, come abbiamo il piacere di predicarlo, sarebbe tornato a dirigere in Europa. Da quella serata alla Scala, la chiusura nel suo teatro, divenuto quasi un bunker, con solo qualche incursione nelle terre amiche, nulla più. Ieri mattina la rivelazione ufficiale del suo ritorno in Europa, qui in Campania, tra gli splendori della reggia di Caserta, evento clou, al quale l’intero mondo musicale guarderà, del IX cartellone di Un’ Estate da Re, preludio al decennale che celebreremo il prossimo anno. Ha detto molto bene il Presidente Vincenzo De Luca, ideatore di questa rassegna, affidata al Maestro Antonio Marzullo “La Russia è Europa, europea la sua cultura, la sua filosofia e l’America la sta spingendo nelle braccia della Cina. E’ per questo che in questo cartellone, dirige un Israeliano, danza una stella ucraina e dirige uno dei massimi direttori del mondo che è russo, le arti vanno oltre”. “La musica oltrepassa il fisico e sfocia nella metafisica. La musica si distingue dalle altre arti perché non è un’immagine del fenomeno; essa rappresenta il metafisico rispetto a tutto ciò che è fisico, la cosa in sé rispetto ad ogni fenomeno” E’ il Roman Vlad di “Vivere la musica. Un racconto autobiografico” e Valery Gergiev è sempre stato di stanza al Ravello Festival, che prenderà il via domenica, ospite proprio da Alessio Vlad. Ci si è provato a invitarlo in questi anni, tra tante polemiche, storture di naso, e dinieghi: il sogno lo ha realizzato con grandissima fatica Antonio Marzullo. Lo Czar sarà sul podio il 27 luglio alla reggia di Caserta con la Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi” e tutte le prime parti del Teatro Mariinskij, immaginando quale eccezionale Konzertmeister della nostra formazione Lorenz Nasturica-Herschcowici e il suo Stradivari “Rodewald” del 1713, con al suo fianco la splendida Olga Volkova, per eseguire l’Ouverture de’ La Forza del Destino (il Presidente De Luca ritiene inarrivabile quella di Arturo Toscanini, e Gergiev guarda a quella, mentre noi siamo innamorati degli accordi pensati e pesanti della lettura di Herbert von Karajan, partitura eguale, interpretazione e gusti musicali diversi, segno tangibile del mistero di quest’arte), il Bolero di Maurice Ravel per le celebrazioni dei 150 anni dalla morte e il suo autore d’elezione, Pëtr Il’ič Čajkovskij, con la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64, ove ancora una volta il Destino, è protagonista indiscusso con la sua ineluttabilità di questa sinfonia la permea con il suo tema sempre variato che è accolto in essa come un’idée fixe di berlioziana memoria. Ma le sorprese non termineranno qua, per la gioia e l’impegno di Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta, con il Primo Cortile del Palazzo Reale ospiterà le serate musicali, offrendo al pubblico anche l’opportunità di conoscere il Complesso vanvitelliano attraverso un biglietto agevolato, poiché “l’arte nel suo mistero le diverse bellezze insiem confonde” (tosca Puccini). Infatti, ogni spettacolo ne racchiude una, a cominciare dal concerto inaugurale, previsto per il 19 luglio, quando Toni Servillo, praticamente padrone di casa leggerà quattro sonetti attribuiti ad Antonio Vivaldi, che ne rappresentano il “programma”, affiancato dai musicisti dell’Accademia Barocca di Santa Cecilia e dal solista, il violinista Giovanni Andrea Zanon, il quale oltre ai quattro concerti di apertura della opera 8 di Vivaldi, Il cimento dellʼarmonia e dellʼinvenzione, eseguirà La tempesta di mare, altro gioiello dell’op.8 mi bemolle maggiore n. 5, RV 253 con il vento e l’agitarsi del mare nei tempi veloci e la bonaccia del tempo centrale. Presidente De luca critico anche per Traviata, per la quale ha lanciato la sfida baritono Ariunbaatar Ganbaatar, che sarà Giorgio Germont, a porsi sulle tracce di Renato Bruson, nell’aria “Di provenza, il mare, il suol”. Con lui sul palcoscenico, il tenore Stefan Pop e Gilda Fiume, applaudita già nel nostro teatro nel ruolo di Violetta Valery, mentre sul podio ci sarà Daniel Oren, alla testa della sua orchestra e in regia Riccardo Canessa, riconosciuto “uomo di teatro”. Nicoletta Manni, Étoile del Teatro alla Scala, insieme al primo ballerino Timofej Andrijashenko, col quale forma una coppia eccezionale in scena e nella vita, proporrà “La Gioia di Danzare”, uno spettacolo inedito che contribuisce a diffondere al pubblico italiano la bellezza della grande danza, sbarcherà alla reggia il 30 luglio, in collaborazione con gli straordinari ballerini scaligeri, Nicoletta intende condividere la sua gioia di danzare in una serata variegata e unica nel suo genere: “La Gioia di Danzare” è proprio il senso ultimo dell’omonimo libro di Nicoletta che ripercorre la sua vita inevitabilmente intrecciata alla danza attraverso una dichiarazione di amore per il ballo che è anche un viaggio di libertà e scoperta di sé. Finale il giorno successivo, il 31 luglio, con Edoardo Bennato e la Be-Band, che innescherà, quel gioco filosofico della ricerca della verità che non porterà mai ad alcuna meta definita, ad alcun approdo sicuro, attraverso la sua musica e gli occhi di sognatore che passeranno da Mangiafuoco a Capitan Uncino raccontando cinquant’anni della nostra società.