di Andrea Pellegrino
Un termovalorizzatore per ogni provincia. Matteo Salvini, ieri a Napoli, certifica la nuova emergenza rifiuti e lancia la proposta prima che la crisi entri nel vivo. «Rispetto all’emergenza del 2008 non è cambiato niente, anzi – ricorda – siamo tornati indietro. Non so cosa abbiamo fatto gli amministratori negli ultimi decenni, ma tra qualche mese ci sarà un’emergenza a livello mondale sanitaria e sociale. Se volessi pensar male – aggiunge – direi che non si è fatto niente per gli impianti, perché qualcuno ha interesse che non si faccia niente. Manca totalmente la programmazione e gli Ato sono allo sbando. E chiederò di commissariare questi enti». Nonostante la competenza in materia di rifiuti sia della Regione e dei Comuni, il ministro dell’Interno annuncia provvedimenti seri per raggiungere una soluzione. «Non c’è il tempo, perché in due mesi non si può fare nulla – spiega – però se c’è un rischio per la salute, e se gli enti non decidono dove localizzare gli impianti, lo faremo noi». Salvini attacca Regione e sindaco di Napoli ma non tardano ad arrivare le risposte anche dal Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio incalza: «Gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa e tra l’altro non sono nel contratto di Governo». Poi è Costa a frenare l’idea di Salvini: «Quando arriva l’inceneritore, o termovalorizzatore, il ciclo dei rifiuti è fallito. Stiamo lavorando – ha aggiunto – ogni giorno per portare l’Italia, e non solo la Terra dei Fuochi, fuori dall’ormai cronico ritardo nella gestione del ciclo dei rifiuti. Riduzione, riuso, recupero, riciclo, sono le quattro R che devono diventare un mantra per tutti. Chi non è in sintonia con queste direttrici vive in un’epoca passata». Ancora è Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della giunta regionale, a replicare al Ministro dell’Interno: «Leggo dichiarazioni del ministro Salvini sulle questioni ambientali della Campania del tutto approssimative o non rispondenti al vero. Sarebbe opportuno che il ministro si documentasse. Gli invieremo, per spirito di servizio, il corposo dossier sullo stato delle azioni in essere inoltrato in questi giorni congiuntamente al Ministero dell’ambiente alla Commissione Ue, a motivato sostegno della richiesta di abolizione o riduzione della multa disposta negli anni scorsi dalla Corte di Giustizia.Certo, quando un ministro dell’Interno afferma che siamo tornati al 2008, non solo capovolge la realtà, ma aiuta fattivamente chi a Bruxelles cerca argomenti per negare i tanti progressi compiuti e confermare la multa di 120.000 euro giornalieri a carico dell’Italia.Le dichiarazioni del ministro, del tutto non veritiere, ostacolano in maniera grave l’eliminazione dell’infrazione all’Italia. C’è chi si appassiona alla demagogia eterna. Noi siamo impegnati in azione concrete: appalti in corso per la rimozione di 900.000 tonnellate di ecoballe con destinazione extraregionale; di due gare in stato avanzato per la realizzazione degli impianti di Caivano e Giugliano ove saranno trattate complessivamete 3.600.000 tonnellate di ecoballe; 200 milioni impegnati con procedure in corso per realizzare 15 impianti di compostaggio diffusi nell’intero territorio regionale; prossima fornitura di 200 compostiere di comunità in altrettanti Comuni della Regione; attuazione di un programma straordinario per l’incremento della differenziata in 25 Comuni in ritardo (la Campania è oltre il 50%, prima del Sud ed in media nazionale). Non a caso contro questo programma c’è chi vuole tornare indietro. Ai commissariati, alle emergenze, alle collusioni con la criminalità organizzata. Altrimenti non si spiegano in poco tempo 7 incendi importanti in impianti essenziali per il ciclo dei rifiuti».