Appuntamento mensile con la musica barocca a Salerno a cura dell’Associazione Culturale Emiolia, presieduta dal controtenore Pasquale Auricchio, con una serata particolare del cartellone della stagione concertistica 2022 dal titolo “In cordis cordae”, in collaborazione con il Touring club di Salerno, l’Arcidiocesi salernitana e col patrocinio morale del Comune di Salerno e dell’amministrazione provinciale. Il secondo appuntamento del cartellone si terrà tra le opere d’arte della Pinacoteca Provinciale, per una serata della quale sarà assoluto protagonista il cembalo di Marius Bartoccini, il quale su di un Alfredo Ryczaj copia di un Tasquin francese del 1754 doppia tastiera con tre registri, eseguirà un programma interamente dedicato ai cembalisti napoletani e lusitani. Il titolo della serata è “Tra Napoli e Lisbona”, contaminazioni borboniche in Lusitania, un concerto che pone in luce quelle che sono le eredità della scuola compositiva napoletana nella penisola iberica, illustrando attorno alla figura di Domenico Scarlatti, alcuni importanti compositori a lui coevi, operativi a Napoli (Leonardo Leo e Giacomo Insanguine) e Lisbona (Carlos Seixas). Apriranno la serata due Toccate, la I in re maggiore e la X in do minore di Leonardo Leo, pagine in cui è possibile riconoscere l’ impronta tutta partenopea dell’ arte dei due Scarlatti, padre e figlio, in altre si avverte un’ atmosfera internazionale, che sfiora la complessità bachiana. Si passerà, quindi, a due sonate di Carlos Seixas, la prima in Si Minore e la seconda, una Fuga, in la minore, simboli dell’intera opera, del genio portoghese, che conservò sempre una notevole indipendenza da quella dei suoi contemporanei stranieri e la presenza di uno spiccato temperamento lusitano e fu negli anni una costante delle sue composizioni. Il suo fraseggio musicale, dal carattere irregolare ed asimmetrico, ed il suo linguaggio armonico semplice e ricco allo stesso tempo, ne fecero una figura capace di staccarsi per originalità e creatività da tutti i suoi contemporanei. Seixas sarà ponte tra Napoli e Lisbona, ove incontreremo Domenico Scarlatti, con l’Aria in re Minore k32 e la Sonata in La maggiore k 322 brevi brani di un solo movimento bipartito, in cui l’autore si dimostrò pioniere di tecniche tastieristiche nuove per i suoi tempi, come arpeggi, note ribattute in agilità, incroci delle mani, ottave spezzate e percosse, doppie note: tutte difficoltà tecniche da padroneggiare progressivamente, a mano a mano che il compositore svela le potenzialità timbriche, melodiche e ritmiche della sua scrittura ricca e articolata. A chiudere la prima parte del programma, una Toccata in Do maggiore di Giacomo Insanguine, rivelatrice di un’ottima tecnica artigianale, con accenti di buon effetto e un’invenzione forse un po’ manierata, ma non priva di seduzione. Nella seconda parte si alterneranno ancora questi compositori, con apertura affidata alla Toccata VII e alla XIII, entrambe in Do Maggiore di Leonardo Leo, in cui su tutto domina quell’elemento di di familiarità con il linguaggio contrappuntistico che diventa cifra stilistica specifica, a supporto della sua istintiva felicità melodica. Di Carlos Seixas, verranno eseguite ancora due Toccate, di carattere contrastante che spazieranno da un’ampia gamma di lirismo, con un’espressione consumante, contrasto dinamico, cromatismo e dissonanze impreparate, sino al virtuosismo più spinto, lasciandoci così apprezzare una giustapposizione tra la musica di scuola napoletana e il carattere malinconico e nostalgico della tradizione portoghese. Quindi riflessione sulla sonata di Domenico Scarlatti, diretta progenitrice di quella per pianoforte, che riveste i panni di un nuovo veicolo espressivo che ha come prerogativa quello di fissare lo stato della tecnica tastieristica affiancandola all’espressività del musicista e alle sue particolarità: nell’àmbito delle sue sonate, oltre a fissare nuove modalità di utilizzo della tastiera (tra le quali sarà introdotta come una vera innovazione l’uso incrociato delle mani) fissa anche uno standard universale. In questa impresa, che toccheremo con mano attraverso sei sonate, dalla Pastorale k9, alla Sonata in la maggiore k208, in si minore k 377, in mi maggiore K 162, in re minore k 516 e, in re minore k 517, l’autore metterà in evidenza tutte le sue influenze, dai lampi barocchi alle sonorità spagnole derivate anche dalle dominazioni arabe, ma soprattutto con lui nasce una nuova estetica musicale che gradatamente rompe con l’elevazione spirituale e con il contrappunto barocco per affermare il nuovo ordine delle “regole” musicali. In maniera silenziosa, ma temporalmente sempre più evidente, la sonata accompagnerà la tastiera del cembalo, indi del fortepiano, nel suo processo di distinzione strumentale che lo vedrà diventare un protagonista che riuscirà gradatamente a superare in termini di diffusione il violino, lo strumento musicale che aveva guidato i musicisti per secoli.
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