di Andrea Pellegrino
La chiamata alle armi è imponente. Ora più che mai che sulla testa dei De Luca pende l’inchiesta giudiziaria che coinvolge il secondogenito del governatore. E’ seduto accanto al padre Vincenzo in prima fila. Piero, il candidato nel collegio uninominale di Salerno e nel collegio blindato di Caserta, arriverà più tardi. La festa è dimessa, gli interrogativi sono tanti. Ma l’apparato è tutto presente, ad eccezione di una claque giunta direttamente dal Cilento per applaudire Franco Alfieri. La sala è strapiena ed anche la hall e lo spiazzo del Grand Hotel raccolgono persone. Sono perlopiù amministratori locali, sindaci ed esponenti politici. Praticamente si potrebbero elencare ad uno ad uno. Di popolo poca roba, dell’Agro nocerino sarnese pochissime unità anche di apparato. I big locali ci sono tutti, del nazionale si vede solo Enzo Amendola che è candidato in questo collegio, in posizione ad alto rischio di elezione. Accanto al sottosegretario c’è Nicola Landolfi, ex segretario provinciale del Pd, da qualche tempo lontano dai riflettori. Il colpo di teatro è di Roberto De Luca, che annuncia dal palco le dimissioni da assessore al bilancio. O meglio rimette il mandato nelle mani di Enzo Napoli. La platea lo sostiene e lo incita. La curva Sud, nel senso letterale del termine, è presente ed aiuta anche l’improvvisato servizio d’ordine di fans che protegge la famiglia De Luca, con tanto di felpe pro Piero.Quest’ultimo, che in serata affida la soddisfazione per la mattinata ad un nota: “Il bagno di folla ed il partecipato entusiasmo che è la risposta concreta a chi pensa di impartire lezioni di democrazia al Paese. Una risposta forte, sentita e appassionata, per un modello di politica, il nostro, che è espressione di serietà, rigore, concretezza amministrativa e vicinanza ai problemi e alle istanze dei cittadini. Noi rappresentiamo un modo diverso di fare politica. Noi siamo abituati non a parlare contro qualcuno, ma a parlare di qualcosa. Sono pronto in qualunque momento ad un confronto con Di Maio. Il calo dei cinque stelle nei recenti sondaggi dopo le vicende dei mancati rimborsi e l’impossibilita’ di partecipare ad un confronto pubblico per incapacità, produce frustrazione. Noi lotteremo con tutte le forze, fino all’ultimo giorno di questa battaglia elettorale”. Fuori, invece, c’era chi cercava di comprendere quanto l’inchiesta napoletana inciderà sul voto di domenica 4 marzo e cosa accadrà a Palazzo di Città ed anche in Regione Campania. In molti gridano al complotto, i più esperti non nascondo le preoccupazioni. Ma il «fuoco amico» non manca mai. E qualcuno di nascosto annuncia anche un sorrisino. Alla fine anche nelle migliori famiglie, morte tua (politica), vita mia.