Pina Ferro
Avevano trovato la sede, l’avevano allestita e “riempita” con arredi e figure professionali. Tutto perfetto, tutto curato nei minimi particolari. Promettevano crediti senza garanzie ad imprenditori e cittadini che numerosi, non solo da Salerno si reca- vano in via Pastore 24 a Salerno, presso la Seci Center, dove era stato aperto l’istituto finanziario Credibanka, per chiedere l’erogazione di finanziamenti. L’intera organizzazione, in realtà era stata posta in piedi per dar vita ad una truffa che ha fruttato cifre a molti zero, quasi un milione di euro. Uno stratagemma che è andato avanti per circa un anno. A mettere la parola fine ai raggiri sono stati i militari del nucleo di Polizia economico-finanziaria del comando provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, agli ordini del colonnello Di Guglielmo. Cinque le persone che sono finite agli arresti domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno Pietro Indinnimeo. Nei guai sono finiti: Pompeo D’Au- ria salernitano residente a Montoro, Stefano Di Palma residente nell’Agro Nocerino, Domenico Pepe, Nicola La Valle residente a Roma e Stefano Gallo. Alcuni già con prece- denti specifici per truffa, Tutti sono accusati di aver messo a segno numerose truffe ai danni di imprendi- tori e di autoriciclaggio di denaro. Contestualmente all’ordinanza di custodia è stato anche emesso un decreto di sequestro preventivo di beni nella disponibilità degli stessi indagati pari al valore del profitto illecitamente conseguito quantificato in circa un milione di euro. La messa in scena prevedeva quasi un vero e proprio set cinematografico, realizzato nei minimi dettagli con la creazione di una reception, di lussuosi uffici, di personale e persino di utenti presenti nella sala di aspetto dichiaratisi pienamente soddisfatti dei finanzia- menti concessi dalla società crediti- zia “fantasma” L’attività investigativa è nata da denunce presentate da alcuni imprenditori. I successivi accertamenti svolti dei militari della Guardia di Finanza hanno consentito di scoprire un’associazione a delinquere operante a livello nazionale dedita alla commissione di truffe se-riali, di cui 13 accertate. A coordinare le indagini è stato il sostituto procuratore Cassaniello.
Gli indagati, approfittando di imprese che avevano esigenza di ottenere finanziamenti, mettevano le vittime in contatto con una sedicente filiale di Salerno di un istituto di cre- dito denominato Credibanka (ovvia- mente inesistente) proponendo sin da subito vantaggiosi contratti di finanziamento. Per ottenere l’emissione del credito richiesto lo pseudo notaio, l’agente di mediazione, il direttore dell’istituto ed altre figure chiedevano ai potenziali clienti il versamento immediato di una fidejussione da versare tramite bonifico su conti accesi in Lussemburgo e a Malta. L’ammontare delle fidejussioni dipendeva dal finaziamento che si chiedeva, così c’è chi ha versato 80 mila euro, chi 50mila e così via. A seguito del bonifico, trascorsi alcuni giorni gli imprenditori riceve- vano una lettera attraverso la quale veniva comunicato che il finaziamento richiesto era stato deliberato e che a breve sarebbe stato accreditato sui conti personali o delle società. Da questo momento comincia l’attesa. Attesa che però non sarà destinata a finire. Quando trascorse alcune settimane gli imprenditori andavano a chiedere spiegazioni sul perchè gli accrediti non risultavano, questi venivano rassicurati sul fatto che i ritardi erano dovuti all’iter burocratico ed ai controlli che bisognava fare. Le rassicurazioni, sempre le stesse venivano date sia agli imprenditori salenitani che a quelli siciliani e di altre zone d’Italia che erano in attesa del finanziamento e che avevano saputo dell’esistenza della Credibanka attraberso un curatissimo sito internet. Poi all’improvviso gli imprenditori non hanno saputo più a chi chiedere. Non vi erta più la Credibanka, nè il direttore, nè tutto il resto. Intascati i soldi la gang si era dileguata nel nulla. Una volta versata la fidejussione sui conti esteri, i soldi rientravano in Italia, sui conti dei 5 attraverso un operazione di autoriciclaggio. Vi erano strutture satelliti su cui i soldi transitavano prima di essere accreditati sui conti dei 5 soggetti finiti ai domiciliari. Undici le persone iscritte nel registro degli indagati,