Alla libreria Nuceria Bookstore si presenta, questa sera alle ore 19, “XXI Secolo” finalista al Premio Strega
Di Gemma Criscuoli
Cosa rimane quando tutto crolla? La forza di desiderare e l’ostinazione di quell’inganno chiamato amore. “XXI Secolo”, il capolavoro del padovano Paolo Zardi finalista al Premio Strega 2015 ed edito da Neo, sarà presentato oggi alle 19 presso la libreria Nuceria Bookstore di Nocera Inferiore a cura dell’associazione Polis Sa nell’ambito della rassegna letteraria Libri Corsari, giunta alla seconda edizione. Nell’incontro moderato dal giornalista Davide Speranza, oltre all’autore, saranno presenti Mimmo Oliva, portavoce dell’associazione, Francesco Coscioni, editore di Neo e Simona Tortora, che leggerà alcuni brani. Mentre miseria e violenza divorano tutto, il coma in cui cade Eleonore, la moglie del protagonista, lo costringe a riconsiderare tutto ciò che ha vissuto. All’interno di un percorso creativo che ha il suo epicentro nel momento in cui le maschere crollano, l’autore si misura in modo ancora più ambizioso che in passato col doloroso momento della dissoluzione e con gli echi che essa lascia in chi la vive. Raccontare la disperazione espone al rischio dell’enfasi, ma la scrittura di Zardi è felicemente immune da questo pericolo. Anche quando si inoltra in analisi che sgomentano per la profondità di quel che cercano e rivelano (“XXI Secolo” non è un libro da comodino, i lettori passivi possono tranquillamente dedicarsi ad altro), lo stile possiede una concretezza ruvida e tagliente che abbatte qualunque diaframma tra chi legge e ciò che viene letto: lo si avverte nella propria carne. Zardi è stato sempre affascinato dal concetto di limite perché in esso, come in una consustanziazione laica, si attua in pieno la natura umana. Nulla è asfittico quanto una logica schiacciata dai suoi stessi tentativi di individuare, rivelare, decifrare. Non si può ingabbiare un magma di sensazioni in una categoria. Ecco allora che al limite inteso come superbia di ridurre il mondo a se stessi se ne contrappone un altro, accolto a fatica e con disperata fiducia, che dalla coscienza della propria fragilità fa germogliare la possibilità di riscrivere la propria storia. Quel che confina in una condizione può divenire un varco per aprire su quella stessa condizione occhi nuovi e riviverla al di fuori di parametri soffocanti. Zardi non regala mai facili approdi o scorciatoie consolatorie. Non sappiamo se l’amore sarà una via d’uscita. Possiamo solo comprendere che quello che ci sottrae alla barbarie scaturisce da quelle stesse viscere che ci spingono verso il baratro