CAVA DE’ TIRRENI. Domenico Campitiello e la Cavese. Un matrimonio annunciato, riflettuto, anche discusso, ma che alla fine si farà. È questo quello che emerge dagli ultimi giorni di trattative intense, smentite di circostanza, incomprensioni di facciata. Strascichi ed effetti ad alta tensione hanno portato Andrea Vertolomo a rinunciare al progetto di acquisto del club metelliano: l’ormai ex vice-presidente del club, coadiuvato da altri due imprenditori locali, sembrava averla spuntata e pronto a succedere al predecessore Monorchio. Sembrava. L’imperfetto è d’obbligo, in quanto l’agitazione dei tifosi, con tanto di striscione esposto in bella mostra sui cancelli dello stadio Lamberti, ha avuto gli effetti sperati per i sostenitori della Cavese. La motivazione della protesta era unica ed imprescindibile: gli ultras chiedono a Vertolomo ed al suo gruppo dirigente di farsi da parte, rinunciando all’acquisto della società, scottati dalla brutale gestione degli ultimi mesi fatta di pagamenti mancati e promesse disattese. Con il definitivo passo indietro di Vertolomo & C., si sono aperti nuovi e, forse, insperati scenari per la Cavese. L’imprenditore paganese Campitiello decide di scendere in campo, scortato dall’euforia che i tifosi nutrono nei suoi riguardi. Tutto ruoterà, a questo punto, intorno alla fatidica cessione del Taranto, società di cui Campitiello è tutt’oggi proprietario. Anche da questo punto di vista, tutto fa pensare ad una felice epilogo della vicenda: l’imprenditore Domenico Castria sembra vicino a chiudere la trattativa di acquisizione del club pugliese, avendo messo sul piatto i 200mila euro richiesti da Campitiello per cedere la società. Una volta ultimate le pratiche legali per il passaggio di proprietà del Taranto, Campitiello sarà libero da vincoli e pronto ad ufficializzare l’acquisto della Cavese, fornendo le garanzie necessarie ad iscrivere la società al campionato di serie D. I tifosi attendono fiduciosi.
Giuseppe Vitolo