Da giugno saranno bloccate le prestazioni sanitarie in regime di convenzione come comunicato dall’Asl Salerno a marzo ai centri privati? Che cosa ne sarà delle strutture sanitarie private e dei loro dipendenti che non si sono mai fermati durante la pandemia? Cosa faranno i pazienti che necessitano di esami diagnostici urgenti visto che le strutture pubbliche sono sotto pressione a causa del Covid e ci sono lunghe liste di attesa? Queste e molte altre domande ad oggi purtroppo sono senza risposta. Dalla Regione e dall’ASL non ci sono ulteriori comunicazioni. La speranza per i centri, ma soprattutto per i Pazienti costretti a pagare analisi cliniche ed esami radiologici a prezzo pieno è legata al Decreto Sostegni bis che accoglierà ulteriori misure per la tutela della salute. Tra queste oltre a offrire la possibilità ai Pazienti che hanno contratto il Covid di non pagare il ticket delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, è prevista una voce sulle liste di attesa con uno stanziamento di 100 milioni di euro da suddividere tra le Regioni per acquisti di prestazioni ospedaliere e di specialistica ambulatoriale dal privato accreditato. Di certo c’è che in Campania, dall’attivazione dei tetti di spesa, la sanità privata accreditata vive nel limbo di color che sono sospesi e i pazienti, in numero ancora troppo alto, sono convinti si tratti di uno sciopero prolungato e non di un meccanismo economico – finanziario. Il blocco alle prestazioni sanitarie in regime di convenzione, inoltre, aumenta il rischio di rinuncia agli esami diagnostici e di cure sanitarie da parte dei pazienti. Viene meno la prevenzione con un incremento dei danni da patologie non Covid. Una situazione che in alcune zone della provincia di Salerno non servite da strutture sanitarie pubbliche nelle vicinanze (come il Cilento e la Costiera Amalfitana), causa gravi problemi ai cittadini. A rischio c’è la salute pubblica e il carico sul Sistema Sanitario Nazionale. Nel corso della trasmissione Keyword in onda su Telecolore e condotta dal giornalista Franco Esposito, hanno approfondito il tema Bruno Accarino del Sindacato Nazionale Area Radiologica, Gennaro Lamberti, presidente di Federlab Italia, Gerardo Antelmo, Sindaco di Cicerale e Pierpaolo Cavallo, docente Unisa e imprenditore nel settore della sanità. “Il fatto che un cittadino campano valga meno di un cittadino lombardo è un problema nazionale – ha ?detto Bruno Accarino – Il budget regionale è stato ridotto di 110 mln l’anno dopo la spending review del Governo Monti. Nel 2020 per due volte sono stati chiusi gli ambulatori pubblici e il budget è finito a settembre, causando 3 mesi di blocco. Questo ha determinato un surplus di fondi accantonati che possono essere utilizzati, con l’autorizzazione della Regione, per rimpinguare i tetti di spesa e far fonte alla nuova esplosione della domanda nel 2021. La rimodulazione degli interventi ha ulteriormente allungato le liste di attesa. La speranza è che con il prossimo Decreto Ristori, il governo stanzi 100 mln in Italia, di cui circa 6-7 per la Campania.” “Non è possibile continuare a erogare prestazioni sanitarie in condizione di emergenza permanente – ha detto Lamberti – La Conferenza Stato-Regioni deve provvedere a un riequilibrio dei parametri di distribuzione dei fondi, e questo è il vero banco di prova per la politica in Campania. La differenza macroscopica nei livelli di spesa tra Nord e Sud può portare a una scissione di fatto del Sud, e la sede opportuna per evitare questo è la Conferenza Stato-Regioni, dove la distribuzione dei fondi si decide all’unanimità, perciò i rappresentanti del Sud possono far sentire le loro ragioni e chiedere di rivedere i parametri”. “Le vittime di questa situazione sono tre: gli utenti, che non possono accedere alla diagnostica in regione, le imprese e l’articolo 36 della Costituzione, che sancisce il diritto alla salute – ha detto il Sindaco di Cicerale – Occorre ribadire che diagnostica e laboratoristica accreditata, servizi invidiati in tutto il mondo per la loro rapidità, sono servizi essenziali. Manca un piano che tenga in considerazione le risorse necessarie per il loro potenziamento. È necessario superare l’approccio ideologico basato sul pregiudizio che tutto il pubblico è meglio del privato, del quale vanno privilegiati gli elementi di forza in una concezione paritetica basata su comunità di intenti, e intendo in questo senso avanzare una proposta concreta, un documento-appello a Regione e Conferenza Stato-Regioni da sottoporre a tutti i sindaci della Campania.”
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