di Giuseppe D’Alto “Da questa decisione dipende il futuro della città”. Avvenire che difficilmente dipenderà dall’esito del processo per il termovalorizzatore visto che il collegio giudicante ha deciso di aggiornare l’udienza al 21 gennaio per le eventuali repliche di pm (Roberto Penna) e legali e per la sentenza. Quasi un invito alla scrupolosità ed alla massima attenzione sulla quaestio era arrivata dall’avvocato difensore del sindaco De Luca, Paolo Carbone, che durante l’arringa difensiva, senza far tanti giri di parole, era giunto al nocciolo della questione nel cuore della discussione davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno (presidente Perrotta). Non solo una ricostruzione dei fatti, secondo l’angolazione della difesa, in punta di diritto ma anche frasi ad effetto ed il richiamo ad avvenimenti del passato: “Mi sembra di rivivere gli ultimi giorni di Pompei”. Il riferimento è alla possibile decadenza del sindaco di Salerno in casa di condanna nel processo per il processo per il termovalorizzatore (il pm ha chiesto tre anni per Vincenzo De Luca). Ha parlato di “sciagurato” nell’accezione benevola riferendosi all’attività meticolosa compiuta dal commissario dell’emergenza rifiuti. Al prima cittadino viene contestata l’appropriazione indebita e, nel corso dell’arringa, il legale ha sottolineato che non sussistono elementi strutturali per sostenere l’accusa del pm Roberto Penna. “I 180mila euro previsti per l’attività connessa alla realizzazione del termovalorizzatore sono stati consegnati al Rup (Barletta) che ha ritenuto necessario nominare Alberto Di Lorenzo quale suo collaboratore. Non c’è stata nessuna appropriazione”. Inoltre sono stati esibiti documenti sulla questione della nomina a project manager con particolare riferimento a quelle effettuate da Regione e consiglio provinciale. Ricostruzione sostenuta con altrettanto vigore dell’avvocato Francesco Saverio Dambrosio che ha depositato una memoria difensiva del Rup Domenico Barletta. “Quest’ultimo aveva già precisato di aver chiesto se in virtù dei compiti da svolgere come Rup per la realizzazione del termovalorizzatore veniva esonerato da quelle connesse al suo ruolo di direttore del settore. Di fronte al no del commissario aveva chiesto di essere affiancato da Alberto Di Lorenzo anche in virtù del suo status di ingegnere che richiedeva la collaborazione di altre figure professionali”. Il legale ha precisato anche i criteri di ripartizione utilizzati dal Rup evidenziando l’insostenibilità della tesi del peculato. Tesi accusatoria respinta fermamente da Arnaldo Franco, legale difensore di Alberto Di Lorenzo (presente in aula come in occasione delle altre udienze) e dall’avvocato Brancaccio, sempre per De Luca, che nel suo lungo intervento ha trattato gli aspetti amministrativi della vicenda. Al termine del lungo dibattimento i giudici della seconda sezione penale hanno rinviato la sentenza al nuovo anno. “Speravamo anche noi in tempi celeri della sentenza ma il collegio ha ritenuto opportuno fissare un ulteriore udienza – ha riferito l’avvocato Brancaccio”. Il pm Penna ha già anticipato che in caso di condanna del sindaco De Luca inoltrerà immediatamente istanza al Prefetto per la sospensione del primo cittadino come prevede la Legge Severino. A meno che non arrivi prima la pronuncia della sezione civile della Corte d’Appello di Salerno sulla questione del doppio incarico.
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