di Olga Chieffi
E’ dalla prima di Cavalleria rusticana e Pagliacci che la stampa salernitana punta il dito sulle audizioni delle masse orchestrali e corali del teatro Verdi di Salerno e, in particolare, sugli ingaggi di ballerini, figuranti, mimi e coreografi. La miccia è stata accesa nel leggere su comunicati stampa, amplificati sui social, nomi e titoli che, per queste due opere che non prevedono balletto o altro, sono stati sbandierati, ai quattro venti. Tutto ciò è andato a sollevare un coperchio che, purtroppo, nasconde anni di gestione, divenuta monopolio di pochi, senza alcun controllo da parte dell’amministrazione. Ieri mattina, al comune le parole del sindaco che interpellato circa la possibilità di audizioni per le danze di Rigoletto e Traviata, sono risultate evasive, nei confronti delle domande pressanti, circa appunto, non la qualità delle produzioni, ma del metodo di assegnazione dei diversi ruoli. Era il 1991, momento d’oro della musica a Salerno e il mio docente di flauto, Domenico Giordano, insieme a tanti suoi colleghi del conservatorio Martucci e allievi, fondò l’Associazione Filarmonica Salernitana “G.Verdi”, l’orchestra, che nell’estate debuttò in duomo con sul podio il M° Mario Ciervo. Poi, la ri-apertura del massimo cittadino e, anni dopo, il ritorno della lirica, con il Falstaff e Don Giovanni. Audizioni si, audizioni no, date e bandi sempre inevasi, a partire da quando, con l’avvento del M° Daniel Oren, alla vigilia della ripresa autunnale 2008 della stagione lirica, ben quattordici musicisti tra violini, viole, contrabbasso, unitamente alla prima tromba e al primo oboe, che fu declassato a seconda parte, dell’Orchestra Filarmonica Salernitana “G.Verdi”, furono rimpiazzati con strumentisti scelti, senza bandire alcuna audizione con cui confrontarsi. Tempi tecnici stretti, per emanare i bandi per una semistabile, allora, poi, concorsi ed audizioni indette, per alcuni ruoli ben precisi, senza porre mai a concorso, ad esempio, il ruolo di secondo clarinetto (leggìo da sempre ad appannaggio di Pietro Nunziata) o del primo flauto (Antonio Senatore) o del secondo fagotto (Domenico Procida) fondatori dell’Associazione e che compongono a turno l’orchestra per chiamata diretta, da un po’ tutta Italia. Infatti, ci siamo ritrovati con prime parti prestigiose, nel corso di questo ventennio di produzioni, del San Carlo, del Carlo Felice, del Maggio Fiorentino, del Massimo di Palermo, e da tante istituzioni internazionali e nazionali, volute dallo stesso direttore artistico, che hanno impreziosito non poche opere. E’ da tempo che si accarezza nell’ambiente musicale l’idea di un’orchestra semistabile, magari solo semestrale, che offra la possibilità a numerosi giovani di valore di fare esperienza in orchestra con una, anche se minima, sicurezza economica. Tutto ciò deve essere possibile anche a Salerno, come è successo in diverse regioni d’Italia, ed essendo il bando pubblico ed internazionale, la qualità del nostro massimo potrà solo elevarsi sempre più. Bandi per tutti i ruoli, dai professori d’orchestra sino alla miriade di maestri sostituti (scelti per chiara fama?), pseudo-archivisti, tra cui anche pensionati, fino ai redattori delle note di sala e dei libretti, esperti della comunicazione, marketing, sti web, grafici, e, naturalmente, il coro, che attualmente vede come serbatoio la ferace scuola di canto del nostro conservatorio e figuranti, mimi, ballerini, coreografi, che potranno variare, in modo da poter proporre al pubblico sempre nuove visioni estetiche, anche negli scritti. Una semplice ricerca nei nostri archivi ha rivelato diversi bandi emanati negli anni dal teatro, dal 2010-2011, mai effettuati, per una Bohème nel 2013, attraverso video, nel 2016-2017, quest’ultimo anche per il balletto, ma sul sito del teatro Verdi, non si possono ritrovare né quei bandi, che noi conserviamo, tantomeno le graduatorie, di audizioni per “aggiunti”, maestri collaboratori, archivisti, e tanto altro, ormai svoltesi da quasi sei anni. Per di più, in questo ultimo lasso di tempo, tanti strumentisti sono passati per il nostro massimo, anche solo per conquistare l’agognato titolo artistico “Fus”, che ha permesso a diversi aspiranti al “posto fisso” di scalare, con effetto immediato, le graduatorie quali insegnanti nei diversi istituti scolastici di ogni ordine e grado. La nostra formazione è, quindi, un’orchestra in cui i salernitani doc, sono pochi, e quasi tutti gli strumentisti vanno ad arrotondare il primo stipendio, assegnato loro dallo stato, in qualità di docenti. Cerchiamo, allora dopo il 5 ottobre di ampliare la risonanza di questa orchestra ancor di più, ma attraverso audizioni serie e con qualche figura di rilievo che vigili su tutto, che ben conosca il mondo delle arti, ma super partes, inaugurando, così, un new deal del Teatro Giuseppe Verdi di Salerno, che lo vedrà catapultato, finalmente e realmente in Europa, insieme alla sua città.