di Anna Villani
Il Consiglio di Distretto Sarnese Vesuviano ha approvato ieri pomeriggio l’aggiornamento tariffario GORI per il biennio 2022-2023 e il piano economico-finanziario decennale fino al 2032. Confermato il rincaro del 2,4% già applicato quest’anno e stabilizzata la tariffa che non subirà aumenti per gli anni successivi. “Sembra una buona notizia, ma purtroppo non lo è per noi utenti” commentano dalla “Rete civica no Gori”. La Rete dei Comuni per l’Acqua Pubblica si è opposta a questa decisione “che non va incontro ai cittadini vessati dalle tariffe più alte della regione (tra le più salate d’Italia) e che hanno già subito una lunga serie di aumenti record (tra il 2012 e il 2019 + 70%)”. “Chi ha frettolosamente votato queste delibere – continuano dal comitato idrico – ha riconosciuto incredibilmente la validità delle partite pregresse ‘ante 2012’ per circa 120 milioni di euro circa e negato perfino rimborsi da 100 milioni agli utenti per gli aumenti non dovuti in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato 5309/2021 che annullava le tariffe del periodo 2012-2015”. La battaglia dunque sembrerebbe ora solo all’inizio e forse ancora lunga e dura. “La Rete dei Comuni per l’Acqua Pubblica ha tentato in ogni modo di aprire un confronto per trovare una soluzione condivisa sia sulle partite pregresse che sulle tariffe annullate dalla sentenza del Consiglio di Stato. Abbiamo solo ricevuto porte chiuse in faccia e non è stato mai aperto un vero confronto che potesse portare alla soluzione. Non si può che confermare il nostro profondo rammarico per l’incapacità di trovare una soluzione condivisa per superare il lungo contenzioso che ha investito il territorio relativamente alla gestione GORI SpA”. “Dinanzi a una gestione che per lungo tempo è stata caratterizzata da inefficienze notorie e documentate, – continua il noto Comitato locale – non si può accettare un ennesimo colpo di spugna, perfino dopo l’intervento dell’Autorità Giudiziaria Amministrativa che ha aperto il varco per procedere a una revisione della gestione GORI. Continueremo in tutte le sedi a difendere le nostre ragioni e chiedere l’applicazione delle sentenze: le tariffe possono e devono essere diminuite, il servizio idrico può essere ripubblicizzato, le nostre comunità hanno diritto ad avere cospicui investimenti per condotte idriche moderne, reti fognarie in ogni strada, depuratori che ripuliscano fiumi e mari. La democrazia può ancora vincere”. Una doccia fredda, per rimanere in tema di acqua, quello che è accaduto. Il Comitato Rete Civica gode di un largo sostegno tra i cittadini come dimostrano commenti e adesioni sui social e, la notizia come era prevedibile, è stata accolta con grande tristezza sui network. “Credo che ci debba essere una strada che eviti di sottostare a tutti gli aumenti che periodicamente ci applicano. Ognuno di noi ha scritto e la GORI ha risposto che non sta in difetto. Ma non abbiamo un equipe di avvocati che facciano rispettare le leggi? Fino ad oggi hanno fatto quello che hanno voluto conoscendo gli italiani come reagiscono. Ma adesso è sopravvivenza non possiamo più sopportare questi aumenti” scrive S.R, ma non è l’unico ad essere indignato per questa decisione. “Ci vorrebbe uno staff di avvocati disposti a lottare contro questi potenti!” gli fa eco C.E. Il dibattito continua, virtuale e reale, mentre il Comitato Rete Civica No Gori studia le prossime mosse.