Tangenti per la casa, dopo i patteggiamenti e gli abbreviati con condanne prima della pausa estiva, a giudizio ci sono altri 12 imputati (inquilini abusivi) davanti al collegio della Seconda sezione penale del Tribunale di Salerno con processo al via il 16 settembre. Con loro anche Armando Del Giorno che avrebbe avuto il ruolo di intermediario. Altri occupanti delle abitazioni avevano invece definito le rispettive posizioni davanti al gup Campanile con condanne fino a tre anni di reclusione per chi ha proceduto con il rito abbreviato e altri ancora che hanno patteggiato la pena fino a due anni. Avrebbero incassato dai 2mila ai 4mila euro avrebbero assegnato case ex Iacp (oggi Acer) a persone che non avevano i requisiti scavalcando nella graduatoria gli aventi diritto e quindi i reali assegnatari per legge. Abitazioni (poi sequestrate) che si trovano a Nocera Inferiore, Pontecagnano, Pagani e Salerno. Secondo la Procura dietro la tangente si sarebbe cercato anche di evitare di pagare la morosità pendente, spesso ridotta, svolgere lavori non autorizzati, permetterne l’intrusione senza titolo, riscattarle e regolarizzare la propria posizione con documentazione falsa. Il blitz è di quando finirono in manette il responsabile Acer fino a dicembre 2021 dell’Unità Operativa Complessa Inquilinato dell’Acer, un ex dipendente della Iacp Salerno e un intermediario che avrebbe tenuto i rapporti, insieme ad altri, con le persone interessate ad una casa, per accuse come corruzione, falso in atto pubblico e commesso da pubblici impiegati e accesso abusivo a sistema informatico. L’inchiesta aveva puntato principalmente sulle attività dell’Acer, l’ente pubblico derivato dalla trasformazione e riorganizzazione dello Iacp, tra il 2021 e il 2023 mentre le indagini della Procura di Salerno furono avviate nel mese di giugno di tre anni fa. Gli investigatori avevano potuto ricostruire i ruoli ricoperti dagli indagati nella vicenda. Armando Del Giorno l’intermediario avrebbe intrattenuto i rapporti diretti con le persone interessate a ottenere un alloggio di edilizia popolare, indirizzandole all’ex dipendente Petrillo che, grazie all’attività lavorativa svolta presso l’Iacp, avrebbe favorito gli accordi con Giovanni Scafuro che, ultimo elemento della filiera, materialmente avrebbe avuto il compito di assegnare le unità immobiliari manipolando e manomettendo il sistema informatico di gestione delle case. L’inchiesta è il coronamento di un’indagine partita dall’arresto del funzionario, bloccato in flagranza il 30 novembre 2021, nei pressi di un hotel di Mercato San Severino, dove, secondo l’accusa, si sarebbe fatto consegnare, da una coppia di coniugi poi condannata lo scorso anno), 1.500 euro in contanti a titolo del pagamento della prima tranche dei 3mila euro pattuiti per ottenere una casa. Ora i rinvii a giudizio dopo la pena concordata per i due funzionari dell’Ente Giovanni Scafuro e Pasquale Petrillo che patteggiano a 4 anni di reclusione a testa e la condanna a due anni invece con il rito abbreviato per l’altro funzionario Gaetano Schettini.
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