Il mese di settembre si preannuncia infuocato per il settore dei tabacchi a Salerno. Mentre qualcuno, come il negozio di via Nizza, riapre i battenti (ma solo per non perdere la licenza e cercare così di vendere) altri sono sull’orlo del crac. Non solo molti sono pronti a stracciare le tessere di adesione alla Fit, l’associazione sindacale più potente del comparto (l’altra è Assotabaccai), ma è allo studio una petizione collettiva da indirizzare sia ai rappresentanti della categoria che al Monopolio e ai parlamentari salernitani. Il documento, al quale stanno lavorando da tempo alcuni tabaccai, dovrebbe contenere delle richieste specifiche in merito al rapporto con l’Aams e alle forme di assistenza da parte del sindacato. I punti dolenti sono noti: spese eccessive, pressione fiscale alle stelle, assenza totale di indulgenza da parte delle società che concedono fideiussioni (la più potente, Ecomap, è una emanazione della Fit), stato di totale abbandono per coloro i quali sono in difficoltà finanziaria, assenza totale di assistenza nel rapporto con i proprietari dei locali. Quest’ultimo è un punto dirimente. E’ accaduto, nelle scorse settimane, l’ennesimo episodio increscioso. Il proprietario di un immobile ubicato in zona centrale di Salerno ha minacciato di non fittare il locale al malcapitato tabaccaio, che senza il contratto di fitto avrebbe rischiato di perdere la licenza, se questi non gli avesse corrisposto una somma di 15mila euro. Una imposizione, non l’unica purtroppo, in piena regola alla quale il tabaccaio in questione ha dovuto sottostare per evitare di perdere l’investimento. Al limite anche la situazione del Lotto, che come ha denunciato un tabaccaio a Cronache è surreale. Se, nel rapporto dare/avere, che si calcola in base agli incassi e alle vincite pagate da un mercoledì a quello successivo, è il Monopolio a dover dare soldi al tabaccaio questi fondi vengono scalati dal conto gioco della settimana successiva. Se invece è il tabaccaio a dover dare dei soldi deve pagare entro il giovedì mattina altrimenti arrivano sanzioni salatissime e sproporzionate, del tipo che per un mancato versamento di 20-30 euro si è costretti a pagare circa 200 euro di multa agli sgherri dello Stato italiano. Una indecenza che si consuma sotto gli occhi di tutti. La petizione è il primo passo, seguiranno azioni più forti che comprendono anche la serrata da parte dei tabaccai salernitani. Una eventualità che i piccoli esercizi sposano in pieno e che vede ancora incerti solo quei tre o quattro grandi Tabacchi che fanno qualche affare in più senza però navigare nell’oro. E già, perché con il 10% di aggio sulle sigarette e l’8% su Lotto e giochi (le percentuali non mutano da decenni) e spese che rispetto a dieci-quindici anni fa sono aumentare del 200% è impossibile mandare avanti un’attività. Il Tabacchi, peraltro, lascia pochissimo spazio di manovra al titolare che, a differenza di altri commercianti, non può fare fronte alla crisi studiando sconti o offerte o aumentando il prezzo della merce perché tutto è imposto dallo Stato.
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