di Martina Florio e Federica Agosto
Dal 28 aprile al 1 maggio a Salerno è ritornata, dopo i due anni di lockdown, la Fiera del Crocifisso Ritrovato, con lo slogan di quest’edizione “Ripartiamo dalla storia”. Si tratta di un’antica fiera volta a voler far tornare indietro nel tempo chi la visita, una fiera che riunice i mercanti di tutt’Italia e che come da tradizione ha visto nel programma dei 4 giorni anche spettacoli e rievocazioni storiche. Tanti gli espositori, dislocati in più punti del centro storico di Salerno, vestiti con abiti d’epoca, che hanno fatto da attrattore per i tanti che hanno fatto visita alla fiera.
Come il signor Francesco Simonetti, appassionato di minerali che ha dedicato la sua vita alla lavorazione dei marmi e dei graniti, con una vasta selezione: si parte dalla corniola, formata da ossido di ferro e quarzo, definita dai romani e dai greci “carneus” per le sue venature, per poi giungere sino ai tronchi fossilizzati del Madagascar, di circa 150milioni di anni,e infine una serie di quarzi, le cui colorazioni sono ossidi e i disegni striature tutte diverse tra loro. Secondo alcuni studiosi, le pietre possiedono proprietà benefiche, come la corniola, che se riscaldata viene utilizzata per fare i massaggi, grazie alla sua energia positiva che “scaccia” la negatività e “attrae” la serenità. Artigiani e artisti, attraverso i loro prodotti, riportano tradizioni antiche medievali, raccontandosi e ammaliando i visitatori curiosi. O ancora come il signor Luciano Piccolo, mastro saponaio e direttore artistico dell’Ars Mercatorum, che descrivendosi, ha raccontata di essere una persona semplice, che insieme agli altri artigiani, ha la passione di propone in chiave medievale, antichi mestieri. Produce un tipo di sapone nobile ma povero, infatti la ricetta si trova in una raccolta di formule segrete per gli artisti, che risale al XII secolo. Il processo chimico con cui si produce è rimasto sostazialmente invariato nel corso del tempo: grassi di varia natura vengono bolliti producendo una reazione da cui si ottiene il sapone grezzo. Insomma, a discapito di quello che è il pensiero comune, il medioevo è stata l’epoca che ha rivoluzionato la cura e l’igiene del corpo. Per Luciano Piccolo “Il sapone è certamente una delle invenzioni più ammirabili dell’uomo giacchè in una piccola saponetta è nascosto il segreto di una lunga e profumata vita. Purtroppo, di questi tempi, è raro vedere giovani mastri saponai, a causa della nascita delle grandi industrie che hanno ‘ucciso’ le nostre usanze. L’origine del sapone risale al II secolo d.C., ai tempi dei galli. La sua forma era piuttosto diversa rispetto a quella di oggi, infatti era una sorta di crema, utilizzata per idratare e detergere la pelle. Il sapone di Aleppo è anche definito ‘sapone degli dei’ perchè è stato realizzato con le bacche d’olio dell’alloro. I saponi molli hanno un’origine più antica rispetto a quelli duri e sono una produzione tipica dei paesi settentrionali, favorita dalla presenza di numerose industrie tessili. Quanto ai saponi duri, la tradizione ligure narra che a Savona la moglie di un pescatore abbia ottenuto per la prima volta il sapone in modo del tutto accidentale e ‘casalingo’: il marito, per sfregio gettò l’unguento acquistato dalla moglie nel luogo in cui lei stava lavando la biancheria; a quel punto l’unguento divenne più solido ed ebbero l’intuizione di produrre il sapone”. Lo sviluppo dell’industria saponiera nelle città costiere del Mediterraneo (Savona, Genova, Venezia e Marsiglia) fu favorito dalla presenza di olio di oliva e di soda naturale ottenuta dalle ceneri delle piante marine; le prime manifatture del sapone di soda si stabilirono in Liguria, precisamente a Savona, dove la saponificazione divenne attività fiorente già nel XV secolo. Nel XVII secolo il primato del commercio dei saponi passò ai francesi. Il mastro saponaio, ha inoltre raccontato che “Colbert, ministro di Luigi XIV (il re Sole), invitò gli esperti Saponieri Liguri e fece costruire fabbriche di sapone a Tolosa e Marsiglia. Le origini di questo nobile prodotto ci sono decisamente più vicine e poi… pensate sia un caso l’assonanza tra Savona e l’omologo francese di sapone savon?”