di Erika Noschese
Basilicata, Campania e Toscana sono le Regioni italiane più virtuose per quanto riguarda le spese sostenute per l’organizzazione e la partecipazione a manifestazioni e convegni. È quanto emerge dal report realizzato per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana, che, nell’ambito del progetto “Pitagora” ha stilato una classifica dei costi sostenuti nel 2020 da Regioni e capoluoghi di Provincia per il mantenimento dei loro uffici e delle loro strutture, con tanto di assegnazione di rating. Il Centro Ricerche della Fondazione, infatti, analizza tutti i dati finanziari ufficiali dell’ente pubblico in questione e attraverso algoritmi di ricerca scientifica individua potenziali sprechi, ovvero spese critiche nei conti pubblici. Le spese dell’ente in relazione alle singole voci vengono confrontate con il benchmark di riferimento e, a seconda dei livelli di scostamento di spesa individuati, si parla di “performance positiva” (quando la spesa è inferiore o uguale alla media), “scostamento lieve” (quando la spesa è compresa tra la spesa media e il 30% in più), “scostamento considerevole” (quando la spesa è compresa tra lo scostamento lieve e il 100% in più), “spesa fuori controllo” (quando la spesa supera di oltre il 100% la spesa media). Il rating – che si basa esclusivamente su dati contabili oggettivi scevri da qualsiasi valutazione discrezionale – assegna alla migliore performance la tripla ‘A’, mentre alla peggiore viene attribuita la lettera ‘C’. La Campania si aggiudica così il rating complessivo AAA i costi sostenuti nel 2020 da Regioni e capoluoghi di Provincia. In particolare, per questo tipo di spese, nel 2020 la Basilicata ha investito 55.767,18 euro, la Campania 505.568,50 e la Toscana 395.113,4 8. Tra le Regioni più efficienti per questa voce, con un rating compreso tra A e AAA, ne troviamo altre quattro con la AA – Emilia-Romagna (742.548,04 euro), Lombardia (2.053.315,56 euro), Molise (55.355,92), Piemonte (882.361,64) – e ulteriori tre con la A: Abruzzo (507.958,49 euro), Puglia (1.475.817,79), Umbria (279.801,62). Tra le Regioni con performance ‘intermedie’ figurano, invece, con BBB la Liguria (883.634,04 euro), con la BB Lazio (4.648.166,34) e Veneto (3.515.139,03) e con la B Marche (1.358.465,52). Mentre risultano non comparabili per questa voce i dati di Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta. Calabria e Sicilia sono le Regioni meno efficienti nelle spese sostenute per l’organizzazione e la partecipazione a manifestazioni e convegni. Sono le uniche Regioni italiane a ricevere la ‘C’, il rating peggiore assegnato dalla speciale classifica. Le città – Venti i capoluoghi di provincia italiani ‘promossi’ con la tripla AAA nella gestione delle spese per l’organizzazione e la partecipazione a manifestazioni e convegni. A risultare più ‘virtuosi’ per questa voce di costi dell’ente, ottenendo così il massimo rating, sono Verbania e Modena, che hanno speso, rispettivamente, appena 65,00 e 68,40 euro, e poi: Macerata (167,96), Cosenza (319,72), Andria (732,00), Ferrara (800,00), Isernia (1.109,84), Vercelli (1.397,00), Vibo Valentia (2.500,00), Catanzaro (4.000,00), Monza (6.583,60), L’Aquila (9.091,36), Matera (10.400,11), Latina (11.186,40), Reggio Emilia (14.049,63), Vicenza (16.355,91), Bari (71.086,16), Torino (99.526,84), Roma (113.498,82), Genova (115.041,22). Altrettanto numeroso il gruppo di città che risultano fra le più virtuose per questa voce di spesa, ottenendo la doppia AA: Livorno, Siracusa, Benevento, Taranto, Cremona, Perugia, Bologna, Nuoro, Cesena, Ragusa, Terni, Teramo, Pavia, Messina, Brescia, Sassari, Firenze, Piacenza, Oristano, Reggio Calabria, Napoli. Così come il gruppo che si è aggiudicato la A: Cagliari, Alessandria, Crotone, Como, Siena, Campobasso, Varese, Massa, Fermo, Foggia, Cuneo, Novara, Belluno, Parma, Rieti, Grosseto. Male, invece, la città di Salerno che per l’organizzazione e la partecipazione a manifestazioni e convegni spende 2.446.314,72 euro con un raiting finale di 98 e una C. Ancona, Aosta, Treviso, Rimini, Salerno, Sondrio, e Urbino sono i capoluoghi di provincia meno ‘efficienti’ nelle spese per l’organizzazione e la partecipazione a manifestazioni e convegni. Tanto da meritare il rating C, il più basso nella speciale classifica Salerno ha speso 2.446.314,72 euro, Rimini 2.384.898,59, Treviso 1.045.050,00, Ancona 1.040.343,93, Aosta 411.161,34, Sondrio 371.961,02, Urbino 327.312,58. Ottengono un rating intermedio nella classifica: Udine, Ascoli Piceno, Trani, Potenza, Trieste, Milano, Lodi, Gorizia, a cui va la B; Forlì, Lecco, La Spezia, Lecce, Bergamo, Pescara, Frosinone, Bolzano, Verona, Mantova, Pordenone, Asti, con la BB; Enna, Pistoia, Chieti, Palermo, Pisa, Caltanissetta, Avellino, Padova, Barletta, Catania, Pesaro, Venezia, Ravenna, Trento, Prato, Viterbo, che ricevono la BBB. Non comparabile risulta il dato di Agrigento, Arezzo, Biella, Brindisi, Carbonia, Caserta, Imperia, Lucca, Rovigo, Savona, Trapani.