di Andrea Pellegrino
Secondo la famiglia Pisano il nuovo sito per le Fonderie c’è, secondo i sindacati, invece, si tratterebbe dell’ennesimo bluff. La verità potrebbe stare nel mezzo. I Pisano da mesi e mesi cercano un luogo adatto per piazzare il nuovo stabilimento. Così si dice che non troppo tempo fa qualcuno chiese informazioni al comune di Montecorvino Pugliano sul Puc vigente. L’area individuata e probabilmente già acquistata, come indicano gli stessi Pisano nella nota inviata, dovrebbe essere quella a valle di Montecorvino, ossia nei pressi del Carrefour, a confine con il Comune di Pontecagnano Faiano. Lì ci sarebbero tutti gli strumenti necessari, a partire dagli svincoli autostradali. Per ora il vicino sindaco di Pontecagnano Ernesto Sica non sa ancora nulla. Così come gran parte di amministratori ed addetti ai lavori. Tra le altre ipotesi si vocifera anche Giffoni Valle Piana. In questo caso a tener lontano i Pisano dovrebbe essere già un contenzioso che pende davanti al giudice amministrativo e che dovrebbe concludersi il prossimo febbraio. Ma il ricorso potrebbe essere superato grazie al cambio di guardia dell’amministrazione comunale di Giffoni, che è vicina agli ambienti politici salernitani che a loro volta sono vicini alla famiglia Pisano. Stessa condizione a Montecorvino Pugliano, dopo la sconfitta dell’amministrazione targata Di Giorgio. Ma la lista è ancora lunga e spazia da Contursi Terme, passando per Campagna, fino agli Alburni. Ma questi dovrebbero essere solo ultime spiagge. C’è chi ipotizza anche una soluzione molto più vicina. Ossia direttamente nell’area industriale di Salerno, semmai in sostituzione di vecchi stabilimenti industriali dismessi. Ma all’Asi nessuno sa nulla. Ed l’estremo clima di silenzio farebbe insospettire non poco il sindacato che segue i lavoratori che non esclude l’ennesimo bluff alla vigilia, tra l’altro, dell’udienza di Riesame che dovrebbe decidere il futuro dello stabilimento di Fratte, attualmente sotto sequestro. Ma al di là del bluff o meno, i Pisano dovranno comunque fare i conti con il territorio in cui andranno. Non è escluso, infatti, che l’area acquistata debba subire una variante che a sua volta dovrà passare al vaglio del rispettivo Consiglio comunale, se non proprio del Tar, così come avvenuto a Giffoni Valle Piana, all’epoca della gestione Russomando. Intanto dalla società hanno sottolineato che la loro volontà deve convergere in ogni caso con una riapertura dell’opificio di Fratte, al fine della delocalizzazione: “Rivolgiamo un vero e proprio appello alle Istituzioni e a tutte le forze sociali al fine di essere accompagnati e sostenuti nei prossimi giorni nel percorso che ci accingiamo ad attivare, sottolineando che l’impianto produttivo che intendiamo realizzare nell’area acquistata fornisce tutte le garanzie dal punto di vista dell’impatto ambientale con prioritario riferimento alla salvaguardia della salute della popolazione e dei cittadini residenti, secondo la nostra costante consuetudine. Le tecnologie individuate consentono di potere affermare che ogni emissione sarà ampiamente al di sotto dei parametri indicati dalla normativa europea ed italiana vigente”. “E’ estremamente importante – ha concluso il Presidente Pisano – ribadire quanto affermato anche in sede ministeriale: per la sopravvivenza dell’azienda è da ritenersi sostanziale la continuità del ciclo produttivo: solo con queste modalità sarà possibile conservare il portafoglio clienti con relative commesse e mantenere i livelli occupazionali.