Sistema Cilento. Rup Greco libero - Le Cronache Attualità
Attualità Capaccio Paestum

Sistema Cilento. Rup Greco libero

Sistema Cilento. Rup Greco libero

di Erika Noschese

Ancora una svolta nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Salerno sui presunti appalti sospetti. Nei giorni scorsi, il gip del tribunale di Vallo della Lucania, che oggi detiene il fascicolo per competenza territoriale, Valerio Ragucci ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per il rup del Comune di Capaccio Paestum Carmine Greco che, dopo otto mesi ai domiciliari, torna in libertà. Ad avanzare la richiesta di revoca della misura cautelare l’avvocato del dirigente comunale, Enrico Tedesco. Come nel caso dell’ex capostaff Andrea Campanile, anche per Greco scatta il divieto di dimora a Capaccio Paestum, lontano dal Comune, salvo nulla osta dell’autorità giudiziaria su richiesta del legale dell’imputato. Greco è accusato di turbata libertà degli incanti, coinvolto nel primo filone d’inchiesta del Sistema Cilento, relativo ai lavori di pubblica illuminazione vinti da Dervit e subappaltati alla Alfieri Impianti, società guidata fino a pochi mesi fa da Elvira Alfieri, sorella dell’ex sindaco di Capaccio Paestum ed ex presidente della Provincia, tornata in libertà dopo alcuni mesi trascorsi agli arresti domiciliari. Lo scorso 5 giugno Greco è comparso dinanzi al Procuratore di Vallo della Lucania Francesco Rotondo per un lungo interrogatorio di oltre tre ore. Il legale ha puntato a dimostrare il corretto comportamento dell’indagato durante il periodo agli arresti domiciliari, sottolineando anche i suoi problemi di salute. All’indomani dell’arresto, avvenuto lo scorso 3 ottobre, Greco – a differenza degli altri imputati – non ha avanzato, attraverso il legale, la richiesta di scarcerazione perchè, a causa dei problemi di salute, l’interrogatorio era stato posticipato. Ad oggi, nell’ambito sempre del primo filone di inchiesta su appalti e opere pubbliche, restano agli arresti domiciliari l’ex sindaco Franco Alfieri dopo che il procuratore di Vallo della Lucania ha respinto la richiesta dell’avvocato di revocare la misura cautelare, e i vertici della Dervit Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria. Intanto, proseguono gli interrogatori anche sul secondo filone dell’inchiesta, che coinvolge l’imprenditore Roberto Squecco, recentemente tornato libero. Nei giorni scorsi è stata interrogata per la seconda volta l’ex assessore Maria Rosaria Picariello, indagata per favoreggiamento. Dinanzi ai magistrati Elena Guarino e Carlo Rinaldi, Picariello ha chiarito per circa un’ora alcuni aspetti dell’inchiesta che hanno portato al secondo mandato di arresto per Franco Alfieri, ancora agli arresti domiciliari. La Dda di Salerno ha ascoltato anche il custode cimiteriale Michele Pecora, finito agli arresti domiciliari. Nel primo interrogatorio si era avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha poi cambiato linea su consiglio del nuovo avvocato difensore Francesco Raeli, raccontando alcuni aspetti della vicenda per provare la sua estraneità ai fatti. Pecora è accusato di tentata estorsione e rapina aggravate, in concorso con Squecco e il vigile urbano Antonio Bernardi. Secondo l’inchiesta della Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia, Squecco avrebbe minacciato più volte l’ex sindaco Alfieri per impedire l’abbattimento del Lido Kennedy, tramite Bernardi e Pecora, considerati vicini a Squecco e incaricati di avvicinare Picariello. Secondo intercettazioni e riscontri, Picariello avrebbe poi riferito ad Alfieri i messaggi minatori di Squecco, che avrebbe pianificato l’omicidio dell’ex sindaco.