Sinistra italiana: basta morti al Ruggi - Le Cronache Salerno
Salerno

Sinistra italiana: basta morti al Ruggi

Sinistra italiana: basta morti al Ruggi

di Erika Noschese

Personale insufficiente, inadeguatezza degli spazi, lunghe e angoscianti attese, flusso di pazienti tre volte superiore alla norma, aggressione nei confronti degli operatori anch’essi vittime come i pazienti. Sono queste le criticità evidenziate da Alleanza Verdi Sinistra italiana ed Europa Verde nel corso di una manifestazione di protesta tenutasi ieri mattina dinanzi alla palazzina amministrativa dell’azienda ospedaliero universitaria Ruggi d”Aragona di Salerno. “Riteniamo urgente la realizzazione delle case ed ospedali di comunità che insieme al potenziamento dell’assistenza domiciliare ridurrebbero i ricorsi impropri al pronto soccorso”, hanno dichiarato i manifestanti. «Partiamo dal Pronto Soccorso perché è il punto di sofferenza maggiore, abbiamo parlato di disastro, ma non abbiamo esagerato perché lo pensano tutti i cittadini salernitani, usano la parola incubo. Noi sappiamo distinguere tra le responsabilità gestionali, quelle politiche e lo facciamo anche qui in Campania dove sono difficilmente separabili», ha dichiarato il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Italiana Franco Mari, ricordando che «abbiamo lo stesso assessore alla Sanità, presidente da 10 anni. Non ci occupiamo delle responsabilità rispetto a quello che è accaduto però siamo qui per sollevare un tema che è quello della condizione complessiva della sanità». Il deputato salernitano accende i riflettori sulla necessità di realizzare la medicina territoriale, assistenza in generale, medicina territoriale. «Abbiamo un governo nazionale che disinveste rispetto alla sanità e consegna il sistema sanitario pubblico, in realtà, al privato. Abbiamo purtroppo un sistema regionale dove si riscontra la stessa tendenza – ha aggiunto Mari – Questi sono stati anni di spostamento di risorse dal pubblico al privato. Abbiamo la percentuale di accreditamento maggiore di Italia; gli operatori, medici, infermieri, operatori sanitari vivono una difficoltà straordinaria, sono le prime vittime di questa situazione, lavorano in condizioni impossibili, per i turni, per le aggressioni. Quindi chi dice che va tutto bene secondo me si sta chiuso in una stanza, così come chi dice che è stato fatto tutto il possibile. Per quanto ci riguarda non è tutto il possibile, noi stiamo facendo tutto il possibile, anche nel dare una mano, partendo dalla partecipazione dei cittadini, proposte che le forze politiche hanno il dovere di fare. Qui bisogna capire cosa si può fare. Qui c’è una condizione diversa. Qui bisogna sapere che così non va». Tra i promotori della manifestazione di protesta anche Europa Verde come sottolinea Annamaria Naddeo: il partito ha tenuto un incontro con la direzione dell’Asl e del Ruggi chiedendo alla regione Campania di intervenire ma nulla è stato fatto. «Bisogna intervenire sulla mancanza dei posti nei reparti. Il Ruggi ha perso quasi 200 posti letto. Se il Pronto Soccorso non riesce a liberare il posto nei reparti, il Pronto Soccorso non è in condizione di poter assistere i pazienti in un Pronto Soccorso che non è un reparto – ha aggiunto la Naddeo –Questo grido d’allarme è forte, andremo avanti in questa battaglia perché i cittadini di Salerno hanno il diritto di essere assistiti adeguatamente e gli operatori sanitari hanno lo stesso diritto di poter agire in una situazione adeguata. Le soluzioni si possono trovare. Noi saremo presenti e continueremo a sollecitare su questa su questa battaglia». A lanciare l’appello Salvatore Raimondi Responsabile sanità SI: «C’è un grido di allarme: non più morti presumibilmente evitabili. Le responsabilità sono sicuramente di chi gestisce tecnicamente l’organizzazione del pronto soccorso, quindi a partire dalla direzione generale, ma ci sono anche delle responsabilità politiche che riconducono inevitabilmente alla sanità a livello regionale», ha detto chiedendo l’intervento del sindaco in qualità di massima autorità sanitaria. «Il sindaco dovrebbe cercare di coinvolgere i dirigenti dell’Asl e i dirigenti dell’azienda a cercare di integrarsi per quanto riguarda l’assistenza sia territoriale che ospedaliera». «Al netto delle responsabilità specifiche di qualche operatore le responsabilità non sono né dei medici né degli infermieri che tutte le mattine scendono in arena a combattere con una situazione di umanità sofferente che staziona anche 4-5 giorni perché abbiamo perso come azienda come Asl, circa 700 posti – ha aggiunto – Il direttore generale ha detto che ha rinnovato il contratto a 34 gettonisti, di questi 11 sono ultra settantenni in pensione e 24 sono degli specializzanti, dal costo di 1.700 euro e no, non lo so se questo può rassicurare la popolazione».

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