SALERNO – Mancano pochi minuti, dobbiamo fare un gol. Ma perché il Piacenza gioca con tanta rabbia e cattiveria? Tante partite a fine stagione si sa come vanno. E invece, questa no. Il loro portiere, ma chi è Fiori?, è insuperabile. Ecco, ecco, c’è Tedesco, messo giù: e’ rigore, e’ rigore. Ma per l’arbitro no. E’ incredibile, protestiamo noi in curva, i giocatori in campo. Ma come si fa… Mi accendo una sigaretta, la offro a un mio amico “fumatela è l’ultima sigaretta con la Salernitana in serie A”. Due tiri, un groppo in gola, il fischio finale. Mi siedo, in campo c’è una rissa, non mi interessa. Mi copro il volto con le mani, non voglio farmi vedere in lacrime. E’ dura, ma non bisogna farsi prendere dalla rabbia penso. Non sarà così… Già prima di uscire dal Garilli la tensione è alta. Raggiungiamo la stazione di Piacenza dove ci aspetta il treno che ci riporterà a casa. Siamo tanti, oltre 1500 persone, e ci ammassano nel treno 1681: “A Bologna saranno aggiunti altri vagoni” – ci dicono. Ma prima di arrivare a Bologna qualcuno tira il freno d’emergenza e ne approfitta per scendere per raccogliere pietre per un’eventuale sassaiola. “Contro chi?” penso io… A Bologna c’è chi scende e preferisce aspettare un altro treno, anche se effettivamente al nostro vengono aggiunti dei vagoni per rendere il viaggio, non gradevole ma quanto meno sopportabile. E’ il La prima considerazione è l’inadeguatezza del servizio d’ordine. Saranno una decina, qualcuno di più su un treno che minuto dopo minuto diventa incontrollabile. Tra frenate d’emergenza e sassaiole, vetri rotti e cori di rabbia, si va avanti a singhiozzo. I poliziotti hanno l’ordine di far arrivare il treno il prima possibile, ma la tensione sale. Sassaiola a Firenze, a Roma, poi l’arrivo a Napoli e quella sensazione che il viaggio non finisse più. L’ultima fermata forzata è a Nocera Inferiore. Alcuni scendono dal treno e aggrediscono alcune persone. Altri scendono dal treno, cercando altri mezzi per tornare a Salerno.” Anche a piedi è meglio” – mi dice un ragazzo. Ma la maggior parte resta sul treno. Dopo qualche minuto, grazie all’intervento della Polfer, si riparte. Da Nocera per arrivare a Salerno c’è la lunghissima galleria di Santa Lucia. In un attimo l’inferno. All’improvviso si sente una puzza di bruciato, e poi il fumo, il buio. Si sentono urla, rumore di vetri rotti, il fischio del treno sui binari, un treno che sembra andare lentissimo (qualcuno avrà azionato di nuovo il freno d’emergenza?) all’interno di una galleria che non sembra finire mai. Poi si intravede la luce, usciamo dalla galleria, scendo di corsa verso la stazione. Ci sono feriti, ci sono intossicati, mi giro e vedo che dalla galleria ancora esce fumo. Ma ci sono quattro ragazzi che da quel treno maledetto non scenderanno mai. Ciro, Enzo, Peppe e Simone: per non dimenticare, 24 maggio 1999.
Articolo Precedente
Piazza Alario, i comitati chiedono un confronto
Articolo Successivo
Striscione contro Salvini , l’indagato: «Espresso liberamente il mio pensiero
Categorie
- Salerno
- Inchiesta
- Extra
- L'iniziativa
- Ultimora
- Campania
- Cronaca
- Coronavirus
- Sport
- Regionali 2020
- Spettacolo e Cultura
- Politiche 2022
- Attualità
- amministrative 2023
- Video
- Tech
- Provincia
- Business
- Primo piano
- Senza categoria
- Editoriale
- Speciale Pcto 2024
- sanità
- Enogastronomia
- Web & Tecnologia
- Amministrative 2024
- Giudiziaria
- Politica
Tags
abusivo
auto
calcio
casa
cava
cavese
celano
costruzioni
crescent
de luca
direttore
discoteca
fiamme
fuoco
gagliano
gambino
incendio
ladro
lettere
NEWS
nocera
nocerina
no crescent
ordinanza
ordine
paganese
pagani
parcheggi
pastena
piazza della libertà
polizia
polizia municipale
porticciolo salerno
porto
poste
rapina
rotary
salerno
siniscalchi
soldi
sport
TOP
udc
vigili
vigili del fuoco