di Andrea Pellegrino
Pare che la sindrome dell’esclusione non voglia abbandonarlo. Così Ernesto Sica ha fatto il bis con lo stesso partito, l’Ncd di Alfano, che per la seconda volta (e in elezioni diverse) l’avrebbe fatto fuori (politicamente) dalla sera alla mattina. Infatti, fino a domenica sera il nome del sindaco di Pontecagnano Faiano era nell’elenco dei candidati al consiglio provinciale nella lista Ncd. Un nome voluto e sostenuto dal senatore Giuseppe Esposito che già si era prodigato, senza successo, alle scorse Europee. Così anche stavolta, guardando la lista consegnata ieri mattina a Palazzo Sant’Agostino, il nome del primo cittadino picentino non c’era. Eppure Ncd ha presentato una lista monca. Infatti, il Nuovo centrodestra si è fermato ad otto candidati: il minimo previsto dalla legge per la presentazione delle liste provinciali. Dunque, l’eventuale esclusione all’ultima ora di Sica a tutto è riconducibile tranne che a motivi di spazio. E c’è chi sostiene che sulla testa di Sica pende ancora la vicenda Caldoro. Un episodio che gli costò all’epoca l’assessorato regionale e che ora gli costa giorno dopo giorno la sua scalata politica oltre le mura picentine. A bloccare la scalata di Sica a Palazzo Sant’Agostino sarebbero stati alcuni dirigenti e candidati di Ncd preoccupati dall’effetto mediatico e politico che avrebbe provocato una candidatura di Sica, tra l’altro, fino a ieri corteggiato anche dall’Udc di Cobellis che ha trovato collocazione a sinistra. Ma probabilmente per Sica ha tenuto ancora banco la formula “il primo amore non si scorda mai” ed ha cercato, senza riuscirci, di tornare a collocarsi tra le fila del centrodestra.