“Il mio giudizio sul Crescent e’ positivo”. Lo ha detto il critico d’arte, Vittorio Sgarbi, che ha visitato,, l’edificio a forma di mezzaluna di Ricardo Bofill insieme al sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, prima dell’inaugurazione dell’edizione 2013-14 di Luci d?Artista. “All’inizio – confessa Sgarbi – nutrivo qualche perplessità su un rischio di eccessiva monumentalita’ della struttura, invece mi rendo conto che l’opera, distribuita con questi ordini dorici, va bene. La massa si annulla e funziona perfettamente, anche grazie al motivo dorico che determina un chiaro riferimento ai templi di Paestum. L’unico punto su cui avrei fatto qualche eccezione e’ il loggiato superiore. Io mi sarei fermato al terzo livello”. “Si tratta di un’opera splendida – ha ribadito il primo cittadino – Aspetto ancora di vedere qualcuno che abbia l’onesta’ intellettuale di mostrare com’era questa zona prima del nostro intervento. Viviamo in un Paese in cui bonificare i territori e fare opere di grande architettura diventa una impresa eroica perche’ dobbiamo fare i conti con la sottocultura, con il finto ambientalismo, con il ‘comitatismo’ fatto da chi ha il lusso della pancia piena”. Secondo il sindaco “chi dice che abbiamo cementificato questa area e’ un idiota o un farabutto. Qui c’era solo degrado, baracche e prostitute. Questo progetto non deve necessariamente piacere, ma non e’ legittimo accusarci di aver cementificato una zona dove, invece, non solo c’era gia’ la cementificazione, ma c’era anche degrado”. ”Tra chi ci attacca – prosegue De Luca – c’e’la categoria dei poeti. Loro forse non sanno che quest’area era di proprieta’ del demanio e costava 14milioni di euro. Per avere questa proprietà abbiamo dovuto fare la vendita dei diritti edificatori, questo Crescent e’ servito anche a pagare i 14 milioni per acquistare l’area demaniale”. ”Se non avessimo avuto l’investimento dei privati, qui ci sarebbero ancora le baracche. Grazie al Crescent – conclude – abbiamo immaginato un disegno che richiama in qualche modo Barcellona, 700 posti auto di parcheggio interrato, un luogo di grande dignità nel quale fare eventi, musica, teatro, insomma un simbolo fisico di questa proiezione della citta’ verso il mare. Io sono orgoglioso di questa trasformazione urbanistica che ci comporta sacrifici ma che ci porterà, tra un anno e mezzo, ad avere la piu’ grande concentrazione di opere di architettura contemporanea d’Italia”.
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