di Pina Ferro
Stavano giocando a carte quando all’improvviso litigarono e dalle parole passarono ai fatti. Partì un pugno, l’amico tornando a casa si accasciò e morì. I giudici della Corte d’Appello e d’Assise del Tribunale di Salerno hanno confermato la sentenza di primo grado. Seconda assoluzione per il 55enne Michele Ruggiero, difeso da Vincenzo Calabrese. A perdere la vita Luigi Serino, 50enne. I familiari si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Walter Mancuso. Ad opporsi alla sentenza di primo grado erano stati i figli della vittima.
Michele Ruggiero era accusato di omicidio preterintenzionale. I fatti risalgono all’agosto del 2012, quando presso un bar di San Valentino, i due amici erano intenti a giocare una partita a carte. All’improvviso i due cominciarono a litigare, dalle parole passarono ai fatti. Ruggiero sferrò un pugno al volto dell’amico, prima di essere diviso da alcuni dei presenti. La vittima, una volta ripresa conoscenza dopo essere finito a terra, montò in sella alla sua bicicletta e si diresse verso casa. Dopo pochi minuti fu colto da un malore, all’altezza del comune, finendo a terra. Soccorso da alcuni dei presenti fu trasportato all’ospedale Villa Malta dI Sarno, dove morì per un arresto cardiaco.
In primo grado, Ruggiero, era stato assolto in virtù di una perizia disposta dallo stesso tribunale, che non ravvisò il nesso “tra il pugno sferrato e il decesso” di Serino. Una consulenza ritenuta di grande importanza processuale, in virtù dello status di cardiopatico della vittima. La difesa, invece, aveva più volte sostenuto che quel pugno fosse stata la causa decisiva per il decesso del 50enne. Le indagini furono svolte dai carabinieri della stazione di San Valentino Torio, attraverso riscontri e testimonianze.