Avrebbero distratto il patrimonio societario e sottratto i libri contabili al fine di eludere il fisco. Una attività fraudolenta anche grazie a un prestanome. Sequestro per quasi 900mila euro e sotto inchiesta Francesco De Vivo (81 anni) e il figlio Domenico (57enne residente a Baronissi) con attività imprenditoriale (in ambito di ristorazione e del gaming online) a Mercato San Severino. Su una società satellite, intestata al soggetto sconosciuto al fisco (anche lui indagato a piede libero) sarebbero riusciti a far confluire il patrimonio attivo di una impresa in fallimento. Il blitz è stato operato dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno su delega della Procura presso il Tribunale di Nocera Inferiore guidata da Antonio Centore. All’esito di una complessa attività di indagine è stata accertata la commissione di reati fallimentari e tributari da parte dei due imprenditori. Nel corso delle investigazioni, infatti, è stato riscontrato che Francesco De Vivo e il figlio Domenico, amministratori di diritto e di fatto di una società dichiarata fallita, attuavano una serie di condotte delittuose attraverso le quali trasferivano parte dell’attivo patrimoniale ad un’altra impresa a loro riconducibile. La complessa strategia criminosa è culminata con la cessione della carica di amministratore unico dell’azienda ad un soggetto compiacente e sconosciuto al fisco. Pertanto la società, che ormai versava in gravi difficoltà economiche, dopo pochi mesi andava incontro alla decozione e al fallimento, sottraendosi fraudolentemente al pagamento delle previste imposte ed omettendo, tra l’altro, il deposito della documentazione contabile agli organi fallimentari al fine di non consentire la ricostruzione delle vicende societarie. Sulla base delle risultanze investigative, è stata emessa è stata emessa dal Procuratore di Nocera Inferiore Antonio Centore, un’ordinanza di misura cautelare reale che ha consentito di sottoporre a sequestro preventivo sia il complesso aziendale (l’attività di bar, ristorazione e scommesse) sia disponibilità economiche, per un importo complessivo di circa 900 mila euro. Preannunciato il ricorso da parte degli indagati.
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