Due femminicidi in pochi giorni in Campania. Una vera e propria emergenza sociale che sconvolge famiglie, giovani, insegnanti. Un allarme che non può, e non deve, essere sottovalutato. Questa mattina, Cava de’ Tirreni ospiterà l’onorevole Martina Semenzato, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere e sarà proprio ai giovani che intende rivolgersi.
Onorevole Semenzato, venerdì incontro con le scuole. L’occasione per lanciare un messaggio alle giovani generazioni…
«Alle nuove generazioni dico: credete fermamente nei vostri sogni e perseguiteli con coraggio, motivazione, impegno e determinazione. Siete le sentinelle e i protagonisti contro la violenza di genere. Sostituite il conflitto con il confronto, usate il linguaggio per appianare le divergenze, sostituite la forza e la violenza con la parola».
In pochi mesi tanti, troppi, episodi di violenza. Manca la cultura del rispetto e nel giro di pochi giorni in Campania ben due femminicidi…
«Che ci sia una crisi educativa è purtroppo evidente. Da Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere ho più volte affermato che occorre un nuovo patto di corresponsabilità: famiglia, scuola, società civile e politica. La famiglia e la scuola devono essere strumenti privilegiati per l’educazione. Dobbiamo riappropriarci del ruolo genitoriale, anche del valore di dire no. Dobbiamo essere più autorevoli. La prima educazione è in famiglia. La violenza di genere è un fenomeno strutturale e non è una questione di donne, ma di uomini. Bisogna educare gli uomini alla cultura del rispetto a partire dalla famiglia e nel quotidiano. È fondamentale investire nella prevenzione, nella formazione e nell’educazione. Dobbiamo intervenire anche sul fronte della prevenzione di comportamenti violenti nelle relazioni fin da adolescenti per riflettere su stereotipi e pregiudizi che sono alla base della violenza. Dobbiamo scardinare vecchie e nuove forme di patriarcato. La scuola può essere propulsore di iniziative culturali. In questi mesi con l’iniziativa “Nuovi linguaggi sulla violenza di genere” abbiamo incontrato tanti studenti, dirigenti scolastici e Istituzioni locali dal Nord al Sud Italia per sensibilizzare, aiutare il dibattito e il confronto sulla violenza di genere e sul femminicidio. Dobbiamo trovare nuovi linguaggi per parlare alle nuove generazioni, per capire le loro fragilità e le loro vulnerabilità».
Qual è il messaggio che intende lanciare ai ragazzi?
«Ai ragazzi direi che la violenza si combatte nel quotidiano. La famiglia e la scuola devono essere strumenti privilegiati per l’educazione. Dobbiamo riappropriarci del ruolo genitoriale, anche del valore di dire no. La scuola come propulsore di iniziative culturali. Occorre diffondere ad ampio spettro la cultura del rispetto. Dobbiamo coinvolgere e parlare in maniera incisiva con le nuove generazioni con lo scopo di combattere questo intollerabile fenomeno sociale e favorire la piena affermazione di una “cultura del rispetto”. Solo così possiamo sperare di “curare” la piaga dei femminicidi e della violenza nei confronti delle donne. Dobbiamo tracciare insieme, ognuno con la propria professionalità, competenza e sensibilità un percorso di “buone pratiche” che possa stimolare il dibattito partendo dai più giovani, i nostri primi interlocutori, e affrontare la complessità della violenza di genere e del femminicidio.
Quali iniziative per contrastare la violenza e la violenza di genere?
Sicuramente tramite la scuola, incoraggiare il dialogo, promuovere la comunicazione non violenta, insegnando agli studenti a esprimere le proprie opinioni in modo costruttivo e rispettoso, evitando aggressività e stereotipi. E poi implementare programmi di educazione civica, coinvolgere la comunità e favorire un ambiente scolastico inclusivo e positivo».
Quali sono le principali criticità emerse finora nel lavoro della Commissione sul femminicidio?
«La Commissione parlamentare di inchiesta che presiedo si è insediata il 26 luglio del 2023. Abbiamo il compito non facile di svolgere indagini sulle reali dimensioni, condizioni, cause del femminicidio e di ogni forma di violenza con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria, al fine di verificare la congruità dell’intervento dell’Autorità. Quindici punti programmatici della Commissione che spaziano dalla formazione alla sanità, passando dal ruolo dei media a quello dello sport, all’analisi dei casi e delle sentenze, la relazione sulla “Ricognizione degli assetti normativi in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere per la redazione di un testo unico” approvata all’unanimità dalla Commissione lo scorso 31 luglio del 2024, rappresenta il risultato di una complessa attività conoscitiva svolta dalla Commissione, sostanziatasi in un articolato ciclo di audizioni di esperti con competenze diversificate in materia di violenza di genere e domestica. Ha in sostanza, carattere propedeutico fondamentale nel percorso verso un Testo Unico della materia, nel rispetto rigoroso delle competenze della Commissione e del dettato della legge istitutiva. La Commissione sta completando le relazioni sugli orfani di femminicidio, sui braccialetti elettronici, sul diritto comparato, sul monitoraggio delle sentenze nazionali e sulla violenza economica. Di estrema attualità, anche l’indagine sulle applicazioni della intelligenza artificiale in funzione predittiva dei reati di violenza domestica e di genere. In una logica di continuità con i lavori della precedente Commissione, stiamo portando avanti l’analisi del fenomeno della vittimizzazione secondaria nei procedimenti civili all’indomani della Riforma Cartabia. Ma Il tema cruciale della Commissione resta quello della violenza economica e la cultura finanziaria quale strumento per prevenirla, a cui sta lavorando con un articolato ciclo di audizioni di esperti istituzionali, accademici e sociali. Il 62% delle donne vittime di violenza non ha indipendenza economica. Gli uomini esercitano il loro potere anche così: negando la possibilità alle donne di scegliere e di essere libere. Quell’indipendenza economica che spesso costituisce un freno anche alla denuncia».
Quanto è importante il ruolo dell’educazione scolastica per contrastare la cultura della violenza?
«L’educazione scolastica gioca un ruolo cruciale nel contrastare la cultura della violenza. Dobbiamo fornire ai ragazzi strumenti e conoscenze per riconoscere, prevenire e affrontare ogni forma di violenza. Questo avviene attraverso l’insegnamento di valori come il rispetto, l’empatia e la parità, la sensibilizzazione ai temi di violenza di genere e del bullismo, e la promozione di relazioni sane e paritarie. Fare rete e coinvolgere famiglie e scuole (come dico spesso quando parlo di violenza di genere), ad esempio, organizzando corsi scolastici extracurriculari sull’uso consapevole dei social. Sfruttiamo i nuovi linguaggi per educare, attraverso l’arte e i media. Promuovere l’uso di video, fumetti, e giochi per sensibilizzare i giovani. Veicolare il messaggio educativo tramite serie tv, che arrivano più facilmente ai giovani, magari affiancandole con momenti di confronto e supporto. Il futuro della nostra società dipende dalla nostra capacità di proteggere i giovani oggi. Educare significa donare strumenti, consapevolezza e fiducia. Non lasciamoli soli».
Pensa che il linguaggio pubblico, anche politico e mediatico, debba cambiare per contribuire davvero a una cultura del rispetto?
«Il linguaggio è uno strumento potente che può essere utilizzato per promuovere il rispetto e la cultura dell’inclusione, creando un ambiente più positivo e tollerante per tutti. È fondamentale che il linguaggio pubblico, in particolare quello politico e mediatico, sia utilizzato in modo responsabile e consapevole, per contribuire alla costruzione di una società più giusta e equa. In tema di femminicidio e violenza di genere ho avviato dal mese di novembre del 2023 un progetto di sensibilizzazione il Taccuino degli appuntamenti dedicati ai “Nuovi linguaggi contro la violenza di genere”. Un viaggio immersivo che coinvolge musica, danza, teatro, cinema, letteratura, sport con tanti appuntamenti ed eventi mensili che si snodano proprio attraverso questi nuovi linguaggi che aiutino il dibattito e il confronto sulla violenza di genere e sul femminicidio. La rete è fondamentale: si lavora insieme per un obiettivo comune, tutte e tutti insieme per ridare speranza».
er.no





