SALERNO. Se ne va uno degli allenatori più conosciuti e stimati del panorama calcistico salernitano. Ieri, all’età di 85 anni, si è spento Enzo Giannini, allenatore tra le altre della Pro Salerno per ben tre anni oltre che della Mobili D’Elia e della Pollese, squadra con la quale si classificò al secondo posto dietro solamente alla Turris al termine di un campionato a dir poco straordinario. Giannini lascia un vuoto importante essendo stati tra i tecnici a livello dilettantistico più conosciuti dell’intera città. Trainer molto severo ma allo stesso tempo persona assai altruista e dalla grande sensibilità, Giannini è ricordato con affetto e stima da parte delle persone che hanno avuto il piacere e l’onore di conoscerlo. Come l’ex presidente della Pro Salerno Mariolino Grimaldi il quale Giannini lo ha avuto come allenatore per tre anni consecutivi negli anni ’70: “La morte di Enzo Giannini mi ha profondamente addolorato e non nego che con lui se ne va un pezzo di storia del calcio dilettantistico salernitano. Come allenatore era sicuramente molto severo e non ammetteva cali di concentrazione da parte di nessuno dei suoi calciatori. Anche nell’applicazione degli schemi di gioco era molto pignolo e pretendeva il massimo impegno. Come persona al di fuori del mondo del calcio invece Giannini era una persona molto educata e sensibile e per tal motivo era stimato e apprezzato da tutti. La sua morte lascia dentro di me un enorme vuoto”. Parole di stima ed apprezzamento anche da parte di Enzo Faccenda: “Purtroppo se ne va una persona seria ed un allenatore che a livello dilettantistico ha fatto davvero la storia. Oltre alla Pro Salerno infatti Giannini ha allenato anche la Mobili D’Elia e la Pollese con la quale disputò una stagione da incorniciare arrivando fino al secondo posto alle spalle della Turris. Come allenatore era molto severo e serio e difficilmente dava confidenza ai suoi calciatori ed alle persone che gli stavano attorno. Tuttavia era un professionista esemplare e per lui parla la carriera che ha fatto anche come calciatore tra gli anni ’50 e ’60. Come tutti i giocatori di quei tempi Giannini prediligeva la fisicità alla tecnica anche se nel complesso la sua carriera l’ha fatta. Poi come allenatore ha fatto delle cose importanti sia alla Pro Salerno negli anni ’70 che alla Mobili D’Elia ed alla Pollese come ho già spiegato. Inoltre fu lui a scoprire Bruscolotti quando era ancora un ragazzino a Sassano”.
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