Posta la firma al protocollo per la candidatura che porrà un punto fermo per una leggendaria istituzione che ha posto le basi della medicina moderna
Di Olga Chieffi
E’ stato siglato a palazzo di Città, il protocollo d’intesa finalizzato alla richiesta della candidatura all’Unesco della Scuola Medica Salernitana, nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. E’ il giusto riconoscimento, per una grandezza compresa in tutto il mondo, della Civitas Hippocratica, un vero e proprio ponte teso nello spazio dei secoli, tra il mondo classico e quello medioevale: un ponte attraverso il quale passa il non sopito retaggio classico, per immettersi in una più ampia distesa dove confluirono strade di altre culture ed indirizzi. In una sede mai definita con precisione, un ebreo, un arabo, un latino ed un greco, si incontrarono per caso a Salerno. Il pellegrino greco di nome Pontus trovò rifugio per la notte sotto gli archi dell’antico acquedotto cittadino, attualmente sito in Via Arce, raggiunto dal latino Salernus, ferito e malconcio, il quale iniziò a curare le sue ferite. Il maestro greco si avvicinò incuriosito dalle medicazioni che il latino applicava alla sua ferita. Nel frattempo giunsero a cercare riparo altri due viandanti: l’ebreo Helinus e l’arabo Abdela. Immediatamente anche essi si dimostrarono interessati alla ferita di Salernus e iniziarono così a discutere tra loro, scoprendo che tutti e quattro si occupavano proprio di medicina. Decisero allora di creare un sodalizio e di dare vita a una scuola dove far fluire le loro conoscenze, migliorarle, raccoglierle e divulgarle. I Maestri della Schola e le loro opere, Il Passionarius, una specie di enciclopedia sunteggiata da Galeno, la Pratica di Pietro Clerico e Petronecello, il De mulierum passionibus in ante et post partum di Trotula De Ruggero, e il celebre “Flos medicinae Salerni, opera principe, e più nota della Scuola, la cui dedica all’Anglorum Regi, apre alla leggenda di Roberto, Duca di Normandia, ferito, a cui fu donato il Regimen, ispirata ad una miniatura inclusa in un codice del “Canone” di Avicenna, scritto in ebraico, l’apertura verso le donne prima allieve e poi docenti della Schola, ha fornito per secoli trattati e principi che sono diventati la base della moderna medicina, anche grazie alle famigerate “Mulieres Salernitanae“,Abella, Mercuriade, Rebecca Guarna, Costanza Calenda, e sopra tutte, Trotula de Ruggiero, la celebre Trocta, fecero di Salerno, il centro del Mediterraneo, culla per eccellenza degli scambi culturali con l’Oriente e l’Africa. Nata dalla sintesi della tradizione greco-latina, la Scuola fondava i suoi principi sulle idee di Galeno e sulle teorie umorali di Ippocrate, da cui Salerno meritò il titolo di Hippocratica Civitas. Il suo metodo si completava con una nutrita cultura fitoterapica e farmacologica e con numerose teorie ebraiche ed arabe, accompagnate da continue sperimentazioni nella pratica quotidiana. Ciò gettò le basi per la medicina moderna e la cultura della prevenzione, introducendo il metodo empirico e l’impostazione della profilassi. Tutto questo diverrà bene immateriale dell’Unesco attraverso il protocollo firmato dal sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, il rettore dell’Università di Salerno Vincenzo Loia, la soprintendente Francesca Casule, il presidente della Fondazione Scuola Medica Salernitana Corrado Liguori, un primo passo per la diffusione della storia della Schola e dei suoi valori nel modo. “Faremo in modo-ha detto il Sindaco Napoli – che divenga uno strumento culturale importantissimo ed un elemento di marketing territoriale, che potrà avere anche risvolti economici”. L’assessore alla Cultura, Tonia Willburger lo ha definito “Un passo decisivo per Salerno e per la sua identità storica. Non solo la trasmissione dei saperi ma anche dei suoi valori, cioè l’accoglienza, l’inclusione, il benessere. Tutto ciò è possibile grazie ad un progetto di rete tra istituzioni scientifiche e culturali del territorio. L’obiettivo è creare attività che servono per arricchire il dossier per la pratica della candidatura. Realizzeremo un ciclo di conferenze, la prima delle quali alla fine di novembre-inizio dicembre, in base alla diffusione della pandemia. Altre conferenze saranno realizzate per promuovere all’interno della città la memoria storica della scuola, che ci condurranno alla primavera del 2021 quando sarà consegnato il dossier e dopo quattro anni l’agognato riconoscimento”. Per il Rettore Loia si tratta di “Un traguardo importante. La Scuola Medica Salernitana è un patrimonio da tutelare e rendere fruibile per l’umanità e non solo per i cittadini salernitani. E’ una battaglia di civiltà, di cultura e di scienza”. Il Presidente della Fondazione, Liguori ha continuato: “Nel momento in cui tutto è virtuale, con questo importante tentativo cerchiamo di alimentare quella energia culturale che si tramanda da secoli e che ha reso la nostra città Hippocratica Civitas”. “La Scuola Medica salernitana – ha concluso la Soprintendente Casule – è stata un luogo di incontro e di culture in un momento in cui, invece, si rischia lo scontro”.