di Andrea Pellegrino
Niente gonfalone, niente fascia, niente istituzioni. San Matteo si è visto svuotato della presenza delle alte cariche cittadine. Per la prima volta da quando la festa patronale è diventata una dei simboli più forti della città di Salerno. Insomma chi fino a ieri sventolava la bandiera dell’orgoglio sotto la faccia di San Matteo, o calcolava il suo consenso attraverso l’applausometro, ora ha dato ordine di ritirare tutte le truppe. E così è stato. Comune in testa, seguito dalla Provincia di Salerno che, senza motivo per quanto le riguarda, ha ritirato rappresentanti e gonfalone azzurro. Assenza sia in occasione del Solenne Pontificale che durante la processione. Ma un atto ufficiale (scritto) manca in tutto questo. Perché, viceversa, di ufficiale non scritto c’è che i rappresentanti (quelli di maggioranza), eletti dal popolo, hanno deciso di disertare anche al costo di mettere in un cassetto l’istituzione. Hanno resistito – oltre l’opposizione presente al gran completo con Peppe Zitarosa, Roberto Celano, Antonio Cammarota, Ciro Russomando e Dante Santoro – solo l’ex presidente del Consiglio comunale Antonio D’Alessio, e i consiglieri comunali Corrado Naddeo (Campania Libera) e Pietro Stasi (Moderati per Salerno). Poi tutti gli altri – compresi i consiglieri regionali del centrosinistra – hanno risposto presente all’ordine arrivato dall’alto. Neppure l’attuale presidente del Consiglio comunale, Sandro Ferrara, una delle più alte cariche del Comune, ha deciso di non salvaguardare i simboli del Palazzo. Ed ora, in attesa delle motivazioni ufficiali che l’amministrazione comunale, ed in particolare il primo cittadino Napoli, dovrà fornire (il caso approderà con molta probabilità in commissione trasparenza già in settimana), resta il dispiacere dei salernitani abituati a vedere quel gonfalone con l’effige di San Matteo, subito dopo la maestosa statua, affiancata dai vigili (assenti anche loro) in alta uniforme. Inspiegabile, invece, l’assenza della Provincia che sostanzialmente con la guerra fredda tra Monsignor Moretti e Vincenzo De Luca ha poco a che fare. Ma anche in questo caso sarà il presidente della Provincia Giuseppe Canfora a dover dare una spiegazione ufficiale in merito all’accaduto. Infine sul sindaco Enzo Napoli, dapprima nascostosi dietro al suo essere ateo, poi dietro precedenti impegni istituzionali. E se sul primo punto non ci sono eccezioni (seppur lo scorso anno ha preso parte al Pontificale), sul secondo qualche dubbio viene. Nel giorno di San Matteo, a Salerno per festa patronale è chiuso perfino il Cup dell’ospedale. Figuriamoci tutto il resto.