Don Nunzio Scarano rifiuta di sottoporsi alla visita medica disposta dai giudici della seconda sezione penale (presidente Perrotta, Sorrentino e Cioffi a latere). L’alto prelato, attraverso il suo legale (Silverio Sica ndr) sostiene di essere sano mentalmente e, di conseguenza, di non avere la necessità di essere sottoposto ad un nuovo accertamento medico. Il diniego di Scarano non ha modificato di una virgola quanto già stabilito dal collegio giudicante che ha disposto la nomina dei due consulenti che si dovranno occupare di consegnare i risultati della perizia entro 45 giorni dal conferimento dell’incarico. Toccherà al dottore Crisci ed alla dottoressa Sansone rispondere ai quesiti posti dal Tribunale. Ampia la prospettazione sulla quale dovranno argomentare i due consulenti. Oltre che sulla capacità processuale di monsignor Scarano, i giudici chiedono di verificare se l’alto prelato fosse capace di intendere e di volere all’epoca dei fatti e di valutare la sua pericolosità sociale. In ragione della mancata volontà di don Nunzio di sottoporsi a visita, i due consulenti dovranno esaminare il caso sugli atti a disposizione. Nello specifico il pubblico ministero ha chiesto di esaminare con attenzione le intercettazione telefoniche che vedono protagonista l’ex dipendente dell’Apsa. Le operazioni peritali prenderanno il via l’otto maggio. Entro 45 giorni i consulenti dovranno completare l’esame (entro il 23 giugno). Le risultanze saranno discusse in occasione dell’udienza del 29 giugno. La decisione dei giudici della seconda sezione penale del tribunale di Salerno nei fatti rallenta il processo a carico di Monsignor Scarano ed altri cinquanta imputati. Nel caso i periti rilevassero una mancanza di capacità processuale o, addirittura, rilevessare che don Nunzio non era capace di intendere e di volere all’epoca dei fatti, la posizione di Scarano verrebbe stralciata ed il processo per riciclaggio proseguirebbe a carico degli altri imputati. Nelle more l’alto prelato rischia un altro processo per usura. Il pm Elena Guarino ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio.
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