Di Adriano Falanga
“Rivolgetevi in Prefettura”, così la Prefetto Gerardina Basilicata, ai giornalisti che l’attendevano sotto palazzo Mayer, il giorno in cui ufficialmente si è insediata con gli altri componenti la commissione straordinaria: la vice prefetto Maria De Angelis e il funzionario Augusto Polito. Ha voluto subito dimostrare il piglio che l’ha fatta diventare la “prefetto di ferro”, dopo aver guidato le commissioni straordinarie in comuni importanti come Casal Di Principe, San Felice a Cancello, Lusciano, Carinaro, Santa Maria Capua Vetere, Mondragone. In due di questi ha già collaborato con Immacolata Di Saia, la super segretaria comunale scafatese, forse unica “superstite” della passata amministrazione targata Aliberti. La Di Saia però potrebbe ricevere il foglio di via, in quanto anch’essa indagata nel filone di inchiesta che ha travolto l’ente e l’intera città. Almeno per ora, nessun incontro con la stampa. Sceglie la strada del “zitti e all’opera” la Prefetto proveniente da Savona. Il suo arrivo nel tardo pomeriggio di un giorno, martedì, che aveva già scosso gli scafatesi. La bomba carta fatta esplodere presso il chiosco di piazza Falcone e Borsellino aveva infatti rotto il sonno degli scafatesi. Una piazzetta già “profanata” quando fu ucciso meno di due anni fa, in pieno giorno e di domenica mattina, Armando Faucitano. Non bastasse, i giornali parlavano anche di una profonda razzia di tombini nel quartiere popolare di Mariconda. Due bigliettini da visita per la Basilicata che a breve dovrebbe incontrare anche i titolari dell’inchiesta condotta dalla direzione distrettuale antimafia e il Prefetto di Salerno Salvatore Malfi, affinché possa avere davanti un giusto quadro della situazione. Resterà in carica 18 mesi, prorogabili fino a 24. In capo alla commissione straordinaria il compito di riesaminare i procedimenti in materia di aggiudicazione di appalti di lavori, servizi o forniture, ovvero relativi all’affidamento in concessione di servizi pubblici locali, nonché al rilascio di permessi di costruire, di autorizzazioni amministrative in genere e di incarichi professionali rispetto ai quali la relazione prefettizia abbia riscontrato la sussistenza di situazioni di infiltrazione o di condizionamento di tipo mafioso. Ove risulti sussistere il condizionamento, la commissione straordinaria per rimuovere le situazioni di infiltrazione o di condizionamento, può disporre l’annullamento d’ufficio o la revoca di provvedimenti adottati ed il recesso da contratti conclusi.
Alla commissione straordinaria è inoltre consentita l’acquisizione di informazioni antimafia sul conto degli affidatari di incarichi per l’esecuzione di lavori, servizi, forniture e di prestazioni professionali. Con riferimento al personale, entro 60 giorni dal suo insediamento la commissione straordinaria procede – contestualmente all’adozione del piano di priorità degli interventi – alla riorganizzazione del personale dell’ente alla luce di quanto indicato al riguardo dalla relazione prefettizia e dei provvedimenti eventualmente adottati dal Ministro dell’interno. Con buona probabilità saranno azzerati i cda delle partecipate Acse e Scafati Sviluppo e revocate ogni nomina e incarico affidato dall’amministrazione uscente e sciolta per infiltrazioni criminali. Molto dipenderà però dalle motivazioni che hanno comportato il drastico provvedimento amministrativo, che saranno rese pubbliche tra qualche settimana. Un Palazzo bollente in eredità alla triade commissariale, bisognerà vigilare certamente sulle opere pubbliche, ma ancor prima riuscire a garantire servizi essenziali quali le politiche sociali, attualmente in ginocchio per la riorganizzazione del Piano di Zona. Il tutto nell’ottica non ideale di pre dissesto finanziario, in cui si ritrova l’ente. E restando in tema, potrebbe rischiare il ruolo anche Giacomo Cacchione, ragioniere capo e anch’esso indagato nell’inchiesta “Sarastra”. Nei prossimi giorni, con i primi provvedimenti, la situazione e le intenzioni saranno meglio comprensibili. Nel frattempo, si attende almeno una conferenza stampa di presentazione alla città, anche se, non essendo politici ma tecnici, i commissari badano più all’azione che ai comunicati.
LE PRIORITA DEGLI SCAFATESI: TRAFFICO, SICUREZZA, AMBIENTE
Negli anni del social network, tastare gli umori della cittadinanza è relativamente semplice. Seppur non hanno un valore statistico, i social network possono però restituire un orientamento su quelle che sono le esigenze e le problematiche più avvertite in città. Su Facebook c’è il gruppo “Sei di Scafati se” che funziona, con non pochi successi, come cassa di risonanza e “sportello informazioni e segnalazioni” degli scafatesi. Da questo gruppo, che conta circa 16.500 iscritti, vengono veicolate tutte le informazioni e il vivere comune dei residenti. Spesso, molto spesso, la “notizia” arriva prima su questo gruppo che presso gli enti preposti. Ad esempio si ricorderà l’attentato bombarolo alla famiglia dell’ex consigliere comunale Vittorio d’Alessandro, le vicende Helios, furti, scippi, rapine e in ultimo la bomba carta al chioso di piazzetta Falcone e Borsellino arrivano sul social praticamente just in time. Un sondaggio sul gruppo ha riassunto quelle che sono le priorità che la triade commissariale è chiamata ad affrontare. Al primo posto gli scafatesi mettono l’emergenza traffico: chiedono la creazione di un piano viario vero fatto da esperti e non improvvisato. Segue l’emergenza sicurezza: occorre più controllo e sorveglianza del territorio, in particolare di notte. La città è infatti da mesi vittima di alcune bande di malviventi che stanno letteralmente saccheggiando interi quartieri, in particolare Bagni. Terzo posto l’emergenza ambientale: risoluzione della vicenda Helios, completamento della rete fognaria, risoluzione problema allagamenti e disinquinamento del Sarno. Gli scafatesi chiedono ancora maggiore attenzione alle politiche sociali, controlli contro chi sversa illecitamente rifiuti, controlli contro la sosta selvaggia delle auto e l’esposizione di merce da parte dei commercianti, che sempre più spesso arrivano a occupare l’intero marciapiede. In questa direzione stava già muovendosi Vittorio Saladino, commissario ordinario per un mese circa, prima dello scioglimento.