di Red.Cro.
C’è pure la Corte dei Conti regionale ad indagare sul fallimento della “Scafati Sviluppo” dopo che la Procura presso il Tribunale di Nocera Inferiore aveva aperto l’inchiesta contro 14 persone con l’ipotesi di reato di concorso in bancarotta per l’azienda del Comune di Scafati, fallita l’anno scorso. La magistratura contabile ha acquisito tutti gli atti di quel crac e ora indaga per ravvisare se ci sono colpe specifiche per un danno erariale o di immagine. L’inchiesta era partita dopo che il giudice Fucito della sezione fallimentare di Nocera Inferiore ha dichiarato fallita, oltre un anno fa, la partecipata del Comune. La società di trasformazione urbana era stata creata per occuparsi del progetto di riqualificazione dell’area industriale ex Copmes di via Catalano. Un’iniziativa voluta dall’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, ma che non è mai riuscita a decollare. Il Tribunale di Nocera l’ha dichiarata fallita per un “buco” di circa 200mila euro. La società aveva anche presentato ricorso contro la decisione del Tribunale ma la Corte d’Appello, però, confermò il default. Da allora Palazzo Mayer ha deciso di non presentare ricorso in Cassazione. Da quando la “Scafati Sviluppo” è stata dichiarata fallita, il magistrato Mario Fucito era stato nominato giudice delegato, mentre altri due legali curatori del procedimento. Da ricordare che in questa inchiesta penale non figurebbero gli ex amministratori dell’epoca a Palazzo Mayer. La situazione della Stu era apparsa complicata già all’indomani della nomina del nuovo Consiglio di amministrazione effettuata dalla triade commissariale insediatasi dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per camorra nel gennaio 2017. Il prefetto dell’epoca Gerardina Basilicata e il funzionario Augusto Polito, avevano conferito l’incarico al commercialista Vincenzo Cucco che, dopo un’iniziale fase di riflessione, aveva rinunciato, motivando la sua decisione con una dettagliata relazione acquisita anche dal giudice della fallimentare. E le valutazioni del professionista hanno fatto partire prima l’inchiesta che ha portato a 14 persone indagate con l’ipotesi di reato di concorso in bancarotta e ora quella della Corte dei Conti che dovrà verificare se in quel default si possano ravvisare reati erariali o di immagine. Oltre ad avvocati, tra i creditori ci sono imprenditori che hanno versato la cauzione oppure la caparra per la società di loro proprietà e per l’acquisto di capannoni.