Scafati Sviluppo, il danno dopo la beffa - Le Cronache Provincia
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Scafati Sviluppo, il danno dopo la beffa

Scafati Sviluppo, il danno dopo la beffa

Scafati. Vicenda infinita quella della Scafati Sviluppo: la curatela della società fallita chiede di revocare gli immobili a suo tempo acquistati e pagati da diversi imprenditori. Gli stessi acquirenti dell’epoca quindi già proprietari, dovranno ora partecipare alla conseguente asta se vorranno tornare in possesso dei loro capannoni. Si tratta di strutture attualmente in attività e operatività. Ad aprile di tre anni fa tutte e posizioni (29) furono archiviate dal Tribunale di Nocera Inferiore che aveva escluso ogni responsabilità per il fallimento della società dichiarato ufficialmente nell’aprile del 2017, affidandone la gestione alla curatela fallimentare. Ora la Curatela chiede che i proprietari degli immobili, acquistati anni fa, debbano partecipare ad un’asta per tornare in possesso dei capannoni. La società era stata creata per riqualificare l’area industriale di via Catalano. Il buco nei bilanci si aggirava intorno ai 200mila euro. E cinque furono le istanze presentate dai creditori: una da parte di un ex revisore dei conti della società e altre quattro da parte di promissari acquirenti del lotto A. La società si era opposta alla sentenza, presentando ricorso al tribunale. Poi anche la Corte d’Appello aveva confermato fallimento. In seguito, Mario Fucito fu nominato giudice delegato, mentre gli avvocati Bruno Meoli e Giovanni Faggiano i curatori fallimentari della Scafati Sviluppo. Quando si insediò la triade commissariale al Comune, a seguito dello scioglimento per camorra, conferirono incarico al commercialista Vincenzo Cucco per il nuovo Cda, che rinunciò poco dopo. In una relazione, fu riferito “che il patrimonio netto degli anni 2014 e 2015 superava di poco i 4milio e 400mila euro e viene da sé che, riportando le rimanenze in bilancio ad un valore rispondente alle quotazioni di mercato nell’ottica di realizzo, vi è una altissima probabilità che la società stia operando abusivamente da almeno due anni”. Da lì l’apertura di un’indagine e l’iscrizione nel registro degli indagati di 29 persone poi prosciolte. Intanto qualche mese fa un tecnico è finito giudizio per un presunto falso inerente una perizia su un terreno dal valore di un milione e 800mila e venduto a 272mila euro. L’accusa è di falso. La vicenda riguarda una procedura fallimentare della società Scafati Sviluppo su un frazionamento e la valutazione di un terreno a Scafati con il consulente incaricato dal giudice e dalla curatela fallimentare del tribunale di Nocera Inferiore di stilare una perizia valutativa del suolo in questione. E il valore sarebbe stato di un milione e ottocento mila euro e non 272mila come stabilito dalla consulenza contestata al tecnico. Ora un nuovo capitolo che arriva dalla Curatela Fallimentare con la richiesta di revoca sulla proprietà dei capannoni. “Una società che da rilancio occupazionale si trasformò purtroppo in poltronificio politico, generando debiti e false illusioni. Abbiamo ancora in mente le parole del perito del Tribunale, impietose e inquietanti. Nonostante tutto, ad oggi ancora non è chiaro lo stato di fatto del fallimento, e il futuro dei terreni di proprietà pubblica in mano alla curatela fallimentare. Un disastro anche qui”, scrive Mario Santocchio coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia..

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