Di Adriano Falanga
“Chi pensa che con la realizzazione del sistema fognario di Scafati si risolvano i problemi degli allagamenti in città è fuori strada. E’ fuori strada anche chi pensa che con la realizzazione del Grande Progetto Sarno si risolvano gli tutti i problemi relativi agli allagamenti di tutto il Bacino Idrografico”. Così Carmine Ferrara, presidente dell’associazione Amici Del Sarno, profondo conoscitore del bacino del Sarno e dei suoi affluenti. “Il Grande Progetto Sarno non prevede interventi di mitigazione del rischio idraulico di tutta l’acqua che ruscella dal versante orientale del Vesuvio, l’acqua, per intenderci, che trasforma via Passanti, via Poggiomarino, via Cesare Battisti, e tante altre strade di Scafati poste in destra idraulica del Sarno in alvei strada – la denuncia di Ferrara, non contrario però ai lavori – Naturalmente la realizzazione dell’impianto fognario è da sostenere con molta forza come c’è da premere per stravolgere in sede europea il Grande Progetto”.
Tutto questo ha tempi lunghi, e la città chiede aiuto oggi. “Credo che per risolvere gli allagamenti sia indispensabile partire dalle cose più semplici che non si fanno più: manutenzione e pulizia delle opere: pulizia delle caditoie, pulizia dei canali consortili e non (con recupero di un po’ capacità di laminazione delle piene), per arrivare agli interventi più strutturali: decostruzione (abbattimento di opere abusive, scelte urbanistiche coraggiose), recupero di capacità di drenaggio del suolo, con il banale inserimento, nei regolamenti comunali, dell’obbligo, per le nuove costruzioni, di parcheggi drenanti, promozione dei cosiddetti “tetti verdi” e l’incentivazione dell’accumulo dell’acqua piovana per uso civile ed industriale. Se non si sceglie un approccio del genere saremo costretti a costruire su palafitte e a viaggiare con auto munite di snorkel” conclude Ferrara, oltre a contare ripetutamente i danni.