Di Adriano Falanga
Assicura che la mancata nomina in giunta non c’entra nulla con la decisione di rassegnare le proprie dimissioni. Antonio Mariniello, presidente della Scafati Sviluppo, tira fuori dal cassetto le dimissioni già presentete, poi ritirate, ad aprile scorso. Le motivazioni ufficiali sempre le stesse, impegni di lavoro. Il lavoro alla Stu male si concilia con i suoi impegni di medici di base. L’ex vicesindaco con l’amministrazione Bottoni lascia la Scafati Sviluppo nel mentre proseguono i rogiti per i nove capannoni del lotto C, e sono in procinto di vedere la luce quelli del lotto B, relativamente al progetto Ec Copmes. Dubbi sulla posizione in consiglio comunale di Alfonso Carotenuto, sponsor di Mariniello per un posto nell’esecutivo.
Volendo ironizzare sotto il caldo sole di Luglio, l’equilibrio consiliare scafatese può essere paragonato al gioco delle tre carte. “Questa vince, questa perde, qual è la maggioranza giusta?”. Perché da dicembre ad oggi, la maggioranza consiliare è decisamente volubile, plasmabile, dinamica. Insomma, un abito diverso da indossare a seconda delle occasioni. Pasquale Aliberti ha riscoperto, dopo aver ottenuto il voto al bilancio, che a decidere, tutto sommato, è il sindaco. E così, dopo aver diviso con i suoi il voto al bilancio, che prefigura il pre dissesto, si è poi tenuto per se il “premio”. Nessuna rimodulazione della giunta e, poco o nulla dovrebbe cambiare anche all’Acse. Probabilmente, agli “scontenti” sarà affidato il paniere delle nomine, presidenze escluse ovviamente. In gioco una quindicina di posti, dal Nucleo di Valutazione e Controllo di Gestione passando per i componenti dei cda Acse e Scafati Sviluppo. Per l’organismo di controllo, scaduto dal dicembre 2015, sono state già fatte due manifestazioni d’interesse, una addirittura terminata a fine febbraio scorso. Raffaele Sicignano si avvia a riprendersi la delega alla Manutenzione. Il “prezzo” pagato da Aliberti è la composizione della giunta a sei, che dovrebbe far risparmiare poco meno di 30 mila euro al Comune. Sicignano aveva però chiesto anche il taglio delle retribuzioni di un buon 20%, e non sembra che il primo cittadino al momento sia orientato a concederlo. Lo stesso accordo prevedeva anche un nuovo presidente alla guida dell’Acse, un nome figlio di merito e competenza. Vedremo, anche perché tutto lascia pensare ad un rinnovo dell’incarico per Eduardo D’Angolo. “Che senso ha, politicamente parlando, nominare gli stessi assessori, privati delle deleghe nella crisi pre e post bilancio ? Nessuna, se non quella di confermare che nulla e’ cambiato – osserva dal Pd Marco Cucurachi- Finti scontenti, senza dignità che accettano le decisioni al solo scopo di conservare la poltrona. Alla Città spiegassero perché siamo senza Polo Scolastico, perché nella Copmes hanno consegnato solo due capannoni, perché siamo in deficit strutturale, perche’ il Piano Urbanistico Comunale e’ ancora fermo e bloccato, perché il Comune ha dato piu’ di undici milioni di euro alla Geset, perché i disoccupati scafatesi non lavorano nei cantieri degli appalti vinti dai casalesi. Domande a cui non seguiranno mai risposte, perché manca la volontà”. Mario Santocchio solidarizza con l’uscente assessore al commercio Antonio Pignataro: “resto senza parole quando leggo “C’e’ spazio per tutti ” e poi si manda a casa un assessore senza dire una sola parola per spiegare la sua revoca. Spero che al più presto il Sindaco venga in Consiglio Comunale a presentare la nuova giunta in modo da farci capire la sua maggioranza da chi e’ formata”.