Progetti Obiettivo 2009, chiuse le indagini, si va in giudizio. Udienza fissata al 22 novembre 2016. La Corte dei Conti contesta una illegittima erogazione dei contributi finalizzati al raggiungimento di obiettivi e chiede la restituzione di oltre 600mila euro, e li rivuole indietro dalla Giunta dell’epoca, oltre che dai diversi dirigenti che ne hanno beneficiato per il personale da loro diretto. “Siamo sereni, giustificheremo anche queste eccezioni presentate dalla Corte dei Conti nella consapevolezza di aver approvato i progetti con un unico fine: migliorare i servizi ai cittadini esistenti e attivarne dei nuovi – spiegava a Febbraio 2015 il sindaco Pasquale Aliberti – Il trattamento stipendiale accessorio ricevuto dai dipendenti è un diritto per prestazioni aggiuntive rese che deve essere loro assicurato. Il loro lavoro rende possibili i nuovi servizi proposti dal Comune di Scafati in carenza di personale. I “progetti obiettivo” non sono certo un’invenzione della mia amministrazione – si difendeva il primo cittadino – In passato le risorse destinate alla spesa accessoria per il personale venivano distribuite a pioggia”. Durante l’audizione alla Guardia di Finanza, la segretaria Immacolata di Saia dichiarava di aver “avvisato” la Giunta di procedura anomala. Circostanza smentita da Mario Santocchio: “la segretaria non ci ha mai mandato quella nota – così ad apertura indagini – come avrei potuto dubitare? Ho votato sulla base dei pareri positivi dei tecnici e della segretaria, c’era già l’accordo sindacale e la relazione dell’assessore al Personale, non potevo far altro che ratificare”. Non nascondeva la sua amarezza Stefano Cirillo, all’epoca in Giunta ed oggi consigliere comunale: “Se fare politica deve portare a questi rischi chi lo fa con passione e dedizione, allora meglio lasciarla fare ad altri – poi aggiungeva – sono sereno, non vedo nessun dolo e lo dimostreremo. Sulla validità tecnica del deliberato avevamo le rassicurazioni dei vari pareri positivi”. Cirillo, sulla scia di Santocchio confermava: “non ho mai sentito parlare di anomalie” così come al contrario la Di Saia aveva dichiarato. “Resta la rabbia e la delusione perché da tutto questo non hanno beneficiato le nostre tasche, ma quelle dei dipendenti su giusta pressione dei sindacati – conclude Stefano Cirillo – come incentivo alla produzione e al raggiungimento degli obiettivi”. Obiettivi mai raggiunti e fondi elargiti invece “per mantenere una gestione clientelare senza alcun vantaggio per l’ente” la contestazione della Corte dei Conti.